Tr3censioni a colori: tre serie TV in palette

Tr3censioni a colori: tre serie TV in palette

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La Critica d’arte è un’esperta di colori. Non a caso, ha passato l’intera vita a giudicare palette e a interpretare le emozioni che una determinata tonalità di verde trasmette. Quando le abbiamo annunciato che questo mese sarebbe stato dedicato proprio ai colori, ha sguinzagliato tre delle sue mille assistenti per fornirci una lista di iconiche (e coloratissime) serie TV:

  • Chiamatemi Anna (2017 – 2020);
  • Dear White People (2017 – in produzione);
  • Steven Universe (2013 – 2020).

Con Chiamatemi Anna, Netflix ha deciso di riportare sullo schermo uno dei simboli dell’infanzia degli anni Novanta: Anna dai capelli rossi. La bambina è rimasta nell’immaginario collettivo come la piccola orfanella sfortunata: la serie ha dato un nuovo volto al personaggio, infuocato come la sua chioma.
Dal rosso dei capelli di Anna, il nostro spettro visibile si allarga e analizziamo con Dear White People, nella cornice esclusiva della Winchester University, cosa significa avere la pelle di un colore diverso dal bianco.
Ma non ci basta restare sul pianeta Terra: voliamo, infatti, nel mondo di Steven Universe, una storia di formazione alternativa dai toni pastello.

Jenny ha scelto: Chiamatemi Anna

Jenny ha scelto: Chiamatemi Anna 

Tutti quelli che sono stati bambini tra gli anni Ottanta e Novanta ricorderanno il fortunato cartone animato Anna dai capelli rossi («Vola e va come una rondine, e un nido non ce l’ha, non ha una mamma né un papà» cantava la sigla che ancora risuona nelle mie orecchie, dopo trent’anni). Anche Netflix ha prodotto un adattamento di successo della serie di romanzi di Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery, pubblicati tra il 1908 e il 1939.

Chiamatemi Anna si rivela essere però un prodotto più maturo e contemporaneo rispetto alla serie animata a cui i nostalgici saranno sicuramente affezionati. Il telefilm segue le vicende dell’orfana Anna ad Avonlea, villaggio fittizio nell’Isola del Principe Edoardo, in Canada, a fine Ottocento. Anna è una ragazzina tutta pelle e ossa con una chioma di capelli rosso fuoco, che arriva alla fattoria di Green Gables per errore. Infatti, i fratelli Marilla e Matthew Cuthbert erano alla ricerca di un orfano maschio che potesse aiutarli con i lavori pesanti, e non di una ragazzina esuberante e logorroica. Ma Anna, con il suo entusiasmo, la sua gioiosità e la triste storia di abbandono e soprusi, scalda i cuori di tutti; in particolare fa breccia in quello del burbero Matthew. E così, Anna viene infine accolta di buon grado a Green Gables.

Nelle tre stagioni di Chiamatemi Anna viene raccontato il delicato passaggio di Anna da fanciulla a donna e le sue avventure e disavventure con gli amici e gli abitanti di Avonlea, sullo sfondo degli stupendi paesaggi canadesi. Sebbene sia rivolta a un pubblico giovane, questa serie tratta tematiche complesse quali il razzismo, l’identità di genere e la scoperta delle proprie origini. A metà tra racconto di formazione e period drama, Chiamatemi Anna si rivela un colorato affresco di emozioni contemporanee, intenso quanto il rosso della chioma della protagonista.

Amalia ha scelto: Dear White People

Amalia ha scelto: Dear White People

Samantha White è una studentessa di cinematografia della prestigiosa Winchester University; ma Samantha, figlia di una madre nera e un padre bianco, è in bilico tra due mondi che per anni hanno fatto fatica ad accettarla. Grazie al programma radiofonico da lei ideato, Miei carissimi bianchi – che dà il nome alla serie –, Samantha raduna attorno a lei un gruppo di giovani attivisti per i diritti civili, suoi amici e colleghi. Conosciamo quindi Coco, Reggie, Lionel, Gabe e Joelle. E li conosciamo davvero molto bene, perché ogni episodio è dedicato a un personaggio diverso e al suo personale punto di vista: parteciperemo con loro alle feste delle confraternite, ma anche agli accesi dibattiti culturali di cui si fanno portavoce.

I protagonisti di Dear White People non sono membri di una gang, non vivono in un quartiere difficile, non hanno una dolorosa storia familiare alle spalle. Esattamente come la maggior parte degli studenti della Winchester, sono figli della borghesia americana. Quanto influisce, quindi, il colore della pelle nello status sociale?
Per quanto storie d’amore e intrighi siano il cuore di ogni buona dramedy che si rispetti, Dear White People è prima di tutto un’intelligentissima indagine sul razzismo americano. Si parla di femminismo, di omosessualità, di violenza, sempre sullo sfondo di un’etnia che non è quella caucasica; non troverete il dramma puro in questa serie, ma un genuino attivismo di universitari che, nel frattempo, cercano di sopravvivere alla vita. La serie è riuscita, quindi, dove il film del 2014, da cui è tratta, aveva fallito: dare voce a ognuno di loro, ampliando una storia che meritava di essere raccontata non solo da Samantha. Ciò che tecnicamente caratterizza lo show è la velocità delle battute e la scrittura dissacrante, ma non meno divertente delle comedy più famose di tutti i tempi. 

Marta ha scelto: Steven Universe

Marta ha scelto: Steven Universe 

Credo sia chiaro: qui a Galleria Millon nessuno pensa che i cartoni animati siano cose da bambini. Neanche quando sembrano creati apposta per loro, come Steven Universe.

Questa serie, ideata dall’ex storyboard artist di Adventure Time Rebecca Sugar e prodotta da Cartoon Network tra il 2013 e il 2020, parla di quando sia straordinariamente sconvolgente crescere. Ma non è una storia di formazione come tante altre. Perché il protagonista è Steven, figlio di Greg Universe e Rose Quartz. Il primo, un chitarrista squattrinato. La seconda, un’aliena che capeggia le Crystal Gems, un piccolo commando di guerriere ribelli, provenienti da un pianeta dove gli abitanti sono pietre preziose. Questo manipolo di gemme, composto da Garnet, Pearl e Amethyst, è la famiglia con la quale Steven si trova a crescere dopo la morte della madre. Con loro dovrà combattere per difendere la Terra dalle mire espansionistiche degli implacabili Diamanti. Lo so, questi sembrano gli ingredienti di un superficialissimo cartone animato action-fantascientifico alla Ben 10. E invece è tutt’altro. Steven Universe è un turbinio di emozioni profonde, di dolcezza malinconica e di insegnamenti esistenziali, tratteggiati in tinte pastello. Prima di essere un guerriero, Steven è innanzitutto un adolescente che ha bisogno di trovare il suo posto nell’universo. Un universo bellissimo e colorato, dove puoi ammirare tramonti indimenticabili sulla spiaggia di Beach City, intonando tenere canzoncine con l’ukulele. Un universo accogliente, dove si può celebrare un matrimonio omosessuale nel tripudio generale. Dove i diversi colori e le diverse forme delle gemme cercano di rappresentare in modo inclusivo tutte le sfumature della comunità LGBTQ+. Dove nessun nemico è abbastanza malvagio da non potersi redimere. Perché, alla fine, l’ostilità è solo il sintomo di una ferita che può essere curata, sul pianeta Terra di Rebecca Sugar. E come i cattivi più cattivi, anche voi finirete per tifare per Steven Universe.

Rielaborazioni grafiche a cura di Caterina Cornale.