Millon Comics & Pride

Millon Comics & Pride

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La primavera ci ha promesso un’estate soleggiata, eppure le strade si preannunciano spente e scolorite: questo è un giugno senza cortei, senza manifestazioni, senza sfilate. Questo è un giugno silenzioso e monocromatico: un giugno senza pride. Giugno, il mese rovente della rivolta e della protesta, il mese fragoroso dell’orgoglio e della visibilità, il mese impetuoso della celebrazione e della condivisione: un giugno, questa volta, diverso.

Quest’anno non possiamo scendere in piazza, mescolarci tra i passanti e festeggiare tra amici conosciuti e che conosceremo. Ma noi di Galleria Millon non ci siamo arresi a questa idea, e abbiamo deciso di marciare in un altro modo, di condividere a distanza e di essere orgogliosi comunque. Perciò, nell’ambito dell’iniziativa Pride Digital 2020, la Galleria presenta il suo Millon Comics & Pride: un’immaginaria sfilata, bidimensionale ma comunque movimentata, tra le pagine dei migliori fumettisti italiani degli ultimi anni

Vi presentiamo Millon Comics & Pride

Abbiamo chiesto a tre fan delle graphic novel di selezionare tra i personaggi LGBT+ più iconici del fumetto italiano quelli che ricordano con più affetto e di parlarci di loro, delle loro avventure e dei libri che li ospitano. Abbiamo scelto proprio le graphic novel perché in questo Pride Month spento e silenzioso c’è bisogno di ritrovare il colore, il movimento e la vivacità, e di condividere pensieri e sentimenti con immediatezza: il disegno, per tutto questo, ci viene in aiuto, arriva diretto e ci tiene vicini. Allora, marciamo insieme, quest’anno, augurandoci: buona lettura!

Vale ha scelto: Cinzia di Leo Ortolani

Cinzia è il personaggio principale dell’omonima graphic novel di Leo Ortolani, pubblicata nel 2018 da BAO Publishing. È una donna, nata nel corpo di un uomo, che chi ha letto Rat-Man ha sicuramente incontrato svariate volte. Cinzia vive nel presente più attuale possibile, ha difficoltà a trovare lavoro e a trovare l’amore; ciò che però fa più fatica a mostrare non è la sua femminilità, ma la sua sensibilità e la sua paura.

Cinzia si porta addosso un fardello pesante: dover essere impeccabile. Essere transessuale l’ha messa in una posizione assai delicata, non può permettersi scivoloni di alcun tipo: deve essere comprensiva, inclusiva e mai cadere nello stereotipo. Ma Cinzia è un essere umano. È sbagliata, egoista, controversa e non rappresenta alcuna collettività: rappresenta se stessa e vive solamente per se stessa. Cinzia non ha paura di essere un cattivo esempio, perché lei non intende essere un modello di riferimento: il suo problema non è come deve comportarsi, è come gli altri si aspettano che si comporti.

Io, donna cisessuale, empatizzo tanto con Cinzia, lo confesso, e mi aspetto l’ira di chi non ha i miei stessi privilegi. È vero, io non ho niente da nascondere – letteralmente –, ma la capisco perfettamente quando davanti agli altri scherza per non piangere, quando dice che va tutto bene anche se noi lettori sappiamo che non è così, e quando minimizza i suoi pensieri bui perché il mondo non la conosce sotto quella luce. La capisco appieno quando parla di sesso e di quanto sia bello farlo e di come sia piacevole scherzarci sopra. 

Cinzia è un essere umano a sé stante, non l’emblema di un’intera categoria. Non aspettatevi niente da lei, esattamente come non vi aspettereste niente da me o da qualsiasi etero con una polo Lacoste. Cinzia è iconica perché è unica.

Vale ha scelto: Cinzia di Leo Ortolani

Amy ha scelto: Antonio di Giopota e Luca Vanzella

Antonio è un mio amico, ma non ci conosciamo. In realtà, lui è il protagonista della graphic novel Un anno senza te, uscita nel 2017 grazie alla collaborazione tra Giopota e Luca Vanzella. Pur essendo fatto di carta e inchiostro, resta un mio amico. Gli sono stata accanto per un intero anno e ho pianto, ho riso e sono guarita con lui.

Antonio è un mio amico perché la sua è una storia molto semplice: è un giovane uomo che non si sente realizzato, ha un padre di cui si prende teneramente cura e Tancredi, il suo fidanzato, lo ha lasciato. Come si guarisce da un cuore spezzato se non si ritrovano nemmeno i pezzi? Da settembre ad agosto, ripercorriamo insieme a lui la storia con Tancredi e i motivi che li hanno portati a prendere due strade diverse. 

Sullo sfondo di una Bologna magica, dove i fiocchi di neve sono in realtà soffici coniglietti e le note musicali si impigliano nei vestiti, Antonio vive il suo dolore intensamente e si lascia consumare, prima di asciugarsi le lacrime e cominciare un percorso di guarigione e, soprattutto, di crescita. Non è un percorso semplice, gli ostacoli lungo la strada sono tanti: la tesi da scrivere, i concerti, le uscite forzate e gli amici che cercano di aiutarlo come possono e a modo loro. 

Antonio è mio amico, ma Antonio sono anche io perché, nonostante la sua sia la storia più banale del mondo, racconta di un dolore condiviso che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita. Proprio per questo è una storia che merita di essere raccontata: è una medicina da somministrare a un cuore spezzato per ricomporlo.

Amy ha scelto: Antonio di Giopota e Luca Vanzella

MarMar ha scelto: Sarah di Zerocalcare

Io la capisco fin troppo bene, Sarah: è per questo che l’ho scelta. Sarah compare per la prima volta nel 2012 in Un polpo alla gola: è una compagna di scuola di Zerocalcare, nonché suo inconfessato interesse amoroso. Ma Sarah è lesbica, e il suo coming out nelle pagine finali non è poi una grande rivelazione, e nemmeno un dramma. Perché Sarah è pragmatica, sarcastica, autoironica. Col tempo, il personaggio evolve e il suo background assume nuovo spessore. Zerocalcare presenta la fidanzata storica di Sarah in un post del suo blog nel 2015: la rappresenta come Sailor Uranus, l’«icona lesbica della nostra infanzia che l’oscurantista adattamento italiano cercò invano di normalizzare e censurare». Due anni dopo, Sarah e Sailor Uranus sono tra i protagonisti del dittico di Macerie prime.

C’è qualcosa di profondamente generazionale in Macerie prime e Macerie prime: sei mesi dopo: dentro, c’è il dramma di una generazione che vive nelle rovine di una società che ha poco da offrirle. Sarah è una dei sopravvissuti: ha un diploma infruttuoso, un lavoro sottopagato e avvilente, un sogno nel cassetto che non riesce a realizzare, una relazione stabile ma impantanata. C’è qualcosa di stonato nella sua vita che rende ogni giorno un affanno inutile e che non lascia spazio alla speranza. 

Mi rivedo in Sarah e la capisco, la giustifico addirittura, anche quando «il demone dell’ingiustizia percepita» (Zerocalcare, Macerie prime, Milano, BAO Publishing, 2017, p. 155) la incattivisce e le suggerisce che l’imperativo è sopravvivere, anche a costo di sacrificare un’amicizia. Vedo Sarah, poi guardo me, e penso: chi non si è sentito così, almeno una volta? Il senso di paralisi, le pressioni sociali, la frustrazione, e poi le discriminazioni…

Per me, Sarah è un universale: in lei ci sono l’errore e il riscatto (occhio al finale!), la parte peggiore di noi e quella che non si arrende al male. Questo è quello che cerco in un’icona.

MarMar ha scelto: Sarah di Zerocalcare

Galleria Millon: conoscersi, ma soprattutto ritrovarsi e riconoscersi

Parlandovi di questi tre straordinari eppure umanissimi personaggi, ci rendiamo conto di non avervi offerto una vera e propria lista di consigli di lettura: sono solo tre autori. Solo tre storie in mezzo a un mare di vicende che meritano di essere nominate. Come quelle di Flavia Biondi, tanto belle quanto introvabili, e quella che Frad ha pubblicato per Asterisco Edizioni, per fare qualche esempio.

Fortunatamente, negli ultimi anni, il tema dell’orgoglio LGBT+ e l’interesse per la rappresentazione – attendibile – di personaggi queer nella narrativa di ogni tipo hanno iniziato a essere sdoganati e valorizzati. Ciò è avvenuto non solo sui social, ma anche nelle campagne di promozione editoriale: gli articoli che riportano liste di eccezionali, divertenti, emozionanti e commoventi storie di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, asessuali e personaggi queer sono tanti e vari, e accessibili a tutti (per restare in tema, andate a vedere l’iniziativa lanciata da BAO Publishing quest’anno).

Perciò Galleria Millon ha scelto un’altra direzione. Nel nostro manifesto, ci definiamo con orgoglio uno spazio aperto: uno spazio che va condiviso, come la lettura. Uno spazio aperto in cui le persone possono ascoltare e chiacchierare, ritrovarsi e riconoscersi: ecco perché nel mese della visibilità abbiamo puntato sulle nostre voci, ecco perché nel mese dell’orgoglio abbiamo scelto di parlarvi di persone fatte di carta e inchiostro. Per i consigli ci sarà tempo un’altra volta: oggi pensiamo solo a stare insieme.

Rielaborazione grafica a cura di Caterina Cornale.