Il Cinema Ritrovato

Il Cinema Ritrovato a Bologna: una sala cinematografica sotto le stelle

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Porte aperte è un’occasione per vedere cosa si cela all’interno di Galleria Millon, ma anche per uscire e scoprire il mondo circostante. E così il nostro Organizzatore di eventi ha varcato la soglia della Galleria e ha preso un treno per Bologna. Sì, perché dal 20 al 27 luglio nel capoluogo emiliano-romagnolo si tiene la XXXV edizione del Cinema Ritrovato. Il famoso festival del cinema di altri tempi e altri luoghi anche quest’anno aprirà le porte delle sale cinematografiche della città e illuminerà a giorno piazza Maggiore. 

L’Organizzatore di eventi è un frequentatore abituale della rassegna. Per questo non si è limitato a raccogliere per voi qualche informazione sul programma di questa edizione, che – come sempre – è ricchissimo e variegato. Ma ha voluto anche parlarci di cosa significa partecipare a una delle celebri proiezioni che si tengono in piazza Maggiore. Vi assicuriamo che, dopo aver letto della sua esperienza, correrete anche voi a prenotare il vostro biglietto!

Il (cielo) buio in sala

Il sole sta tramontando dietro il Palazzo del Podestà. A Bologna d’estate c’è sempre un caldo insopportabile – e infatti i bolognesi, che lo sanno bene, migrano tutti in Riviera. Tutti, o quasi. 

Piazza Maggiore è gremita. Gente di tutti i tipi, dal liceale sbracato all’anziana coppia vestita di tutto punto. Qualcuno si è steso su un telo da mare sull’impiantito incandescente, qualcun altro sta seduto composto sulle sedie messe a disposizione dal comune. Qualcuno occhieggia dai tavolini del bar, altri ancora stanno assiepati sui gradini di San Petronio. I soliti ritardatari dovranno accontentarsi di passare la serata seduti in pose innaturali e di lasciarsi intralciare dalla fiumana dei passanti. I più organizzati, invece, li riconosci subito: cartone della pizza sulle ginocchia, una Peroni ormai calda in una mano e una manciata di carte da gioco nell’altra. 

Centinaia di teste sono disordinatamente focalizzate sulle proprie distrazioni: il panino alla mortadella, il gruppo di amici, lo schermo del cellulare. Ma tra meno di un’ora saranno tutte rivolte nella stessa direzione. Migliaia di occhi convergeranno verso il fondo della piazza, laggiù dove è posizionato lo schermo. Uno schermo gigantesco, di duecentosettanta metri quadrati. Arriverà il buio torrido della notte bolognese. La piazza continuerà a risuonare di voci disarmoniche ancora per qualche momento, mescolate ai rumori più lontani che provengono dai viali. Poi, improvvisamente, il silenzio si sovrapporrà al buio.

Qualcuno prenderà posizione sul piccolo palco di fronte allo schermo. La piazza ammutolita lascerà che la voce amplificata dal microfono la sovrasti come un’onda e si infranga contro la facciata di Palazzo d’Accursio. Una gragnuola di applausi. Una pioggia di luce rischiarerà lo schermo e migliaia di facce si illumineranno. 

Signore e signori, benvenuti: questo è Il Cinema Ritrovato.

piazza Maggiore
Piazza Maggiore illuminata da “La dolce vita” di Federico Fellini, proiettato sullo schermo in occasione dell’edizione de “Il Cinema Ritrovato” 2010. Foto di sterte, fonte: Flickr.

Cinema è Cineteca

Bologna, ogni estate, lascia che piazza Maggiore le offra la sala cinematografica più bella del mondo. Le sue pareti, gli storici palazzi cittadini. Il suo soffitto, il cielo rassicurante dell’Emilia. Un po’ salotto di casa e un po’ rione di periferia, questa è l’estate bolognese: guardare un film in piazza, grazie all’iniziativa Sotto le stelle del cinema, che dura da giugno ad agosto. E parte fondamentale di questa rassegna è Il Cinema Ritrovato, il festival cinematografico che da ormai trentacinque anni porta sullo schermo capolavori restaurati e pellicole perdute

L’organizzatore dell’evento è la prestigiosa Cineteca di Bologna, una vera istituzione nel panorama cinematografico internazionale, oggi diretta da Gian Luca Farinelli e presieduta da Marco Bellocchio. A partire dagli anni Ottanta, la Cineteca affianca all’attività di conservazione quella di restauro del materiale filmico. Il laboratorio bolognese è ormai famoso a livello mondiale e ha restituito al pubblico pellicole note o dimenticate, sottraendole al degrado e all’oblio. Ma un film salvato non è veramente tale finché non ha occasione di tornare in sala, e così la seconda vita delle pellicole cinematografiche spesso inizia con Il Cinema Ritrovato.

Il festival si svolge nel corso di una settimana, attraverso un programma fitto di incontri, tavole rotonde, mostre fotografiche, laboratori e, naturalmente, proiezioni gratuite e a pagamento. Il cinema di tempi e luoghi lontani sconfina dal perimetro della Cineteca per invadere la città, anche oltre le mura. Quest’anno – oltre agli storici Cinema Jolly, Lumière e Arlecchino e agli spazi espositivi della Sala Borsa – saranno coinvolti anche l’Arena Puccini e la Lunetta Gamberini. Ma il vero fulcro della manifestazione, simbolo del fascino eterno e trasversale dell’arte capace di richiamare a sé ogni tipo di pubblico, rimane il salotto lastricato più bello d’Italia: piazza Maggiore

cineteca di Bologna
La Cineteca di Bologna che, oltre a ospitare il Cinema Lumière, è sede del Centro studi Pier Paolo Pasolini e della Biblioteca Renzo Renzi. Foto di Luke McKernan, fonte: Flickr.

Il Cinema Ritrovato nel 2021

Anche quest’anno Il Cinema Ritrovato offre una programmazione ricca, fatta di piccole e grandi perle nascoste nel greto del tempo e dello spazio. Le proiezioni sono divise in tre sezioni: Il paradiso dei cinefili, La macchina dello spazio e La macchina del tempo

La prima sezione è dedicata ai capolavori dimenticati e ai protagonisti del grande cinema. Verranno celebrate la carriera prematuramente interrotta di Romy Schneider e quella dell’eclettico Aldo Fabrizi. E poi il ritratto del regista americano George Stevens, passato dalle sceneggiate di Stanlio & Ollio alle riprese di Dachau, e quello di Herman Mankiewicz, lo sceneggiatore che odia la sceneggiatura. Tra i ritrovati e restaurati, invece, il Belfagor di Desfontaines e Watermelon Man di Van Peebles, oltre ai tre imperdibili capolavori di Roberto Rossellini, Jean Renoir e Carl Theodor Dreyer. 

La sezione dedicata al cinema geograficamente periferico quest’anno fa tappa in Asia con gli storici documentari della Iwanami Productions e il Parallel Cinema indiano. Si ritorna poi in Europa per riscoprire il lavoro di Wolfgang Staudte, regista tedesco apprezzato da entrambe le repubbliche della Germania divisa. Infine, un breve tour mondiale conduce lo spettatore dall’Angola al Venezuela per scoprire dieci esordi registici al femminile, tra i quali quello di Sarah Maldoror. 

La macchina del tempo di questa edizione segna due date: il 1901 e il 1921. Una parte della rassegna è così dedicata a quello che gli spettatori bolognesi dell’epoca avrebbero potuto vedere in sala. Ma non basta perché, grazie alla Komiya Tomijiro Collection, verranno riportati alla luce una serie di film europei selezionati per il pubblico nipponico di cento anni fa. Infine, prosegue la consueta esplorazione della filmografia di Buster Keaton e la sezione dedicata ai documentari si arricchisce di due opere inedite di Bill Morrison.

Tanto per fare due chiacchiere

Il Cinema Ritrovato non è solo uno sguardo sul passato, ma anche la celebrazione degli intrecci che legano al presente ciò che ci ha preceduto. Queste connessioni sono la ragione per cui ogni anno il festival attira a Bologna grandi ospiti internazionali che intervengono presentando film di loro e altrui produzione. Martin Scorsese, ad esempio, è stato ospite del festival nel 2018, in occasione del restauro del classico messicano Enamorada. Nel 2019, invece, il regista danese Nicholas Winding Refn ha presentato il capolavoro perduto del 1967 Spring Nights, Summer Nights e ne ha approfittato per proiettare la sua copia personale di Drive in piazza Maggiore. Sì, perché il cinema più bello del mondo, come abbiamo già detto, è un po’ un salotto. Chi partecipa, anche se arriva da lontano, si ferma a conversare e magari porta una delle sue pellicole, scelta dalla sua collezione privata. E così le proiezioni assumono un’informale aria di domesticità, di comunanza che cancella le differenze, e allo spettatore sembra di partecipare a una serata tra amici. Amici cinefili, naturalmente.

Stellan Skarsgård
L’attore Stellan Skarsgård presenta il suo ultimo film, “Last Words”, durante l’edizione de “Il Cinema Ritrovato” 2020. Foto di Pietro Luca Cassarino, fonte: Flickr.

Un altro evento memorabile dell’edizione di quell’anno è stata la presentazione della final cut di Apocalypse Now, presieduta dal suo creatore e regista Francis Ford Coppola. Quella sera piazza Maggiore era gremita e la scena era grossomodo quella descritta più in alto. Coppola stava sul palco e conversava affabilmente con più di duemila persone alla volta. Ha ringraziato l’Italia, che gli ha donato la perizia di Vittorio Storaro, ha fatto i complimenti a Bologna per la sua bellezza e poi ha parlato di cinema. Non di cinema in generale, ma di sale cinematografiche: di quel brivido che prova ancora ogni qualvolta si ritrova nel pubblico di una proiezione. Il cinema in sala come rituale sciamanico che riunisce mille anime separate nel fremito di un’unica emozione. E di come, nel mezzo di questo involontario amalgama collettivo, nel cuore di questo essere incorporeo che vibra inconsciamente delle stesse sensazioni, stia la consapevolezza. Per Francis Ford Coppola vedere i suoi film in mezzo a un pubblico è l’unico modo per capirli veramente per la prima volta

Il cuore acciaccato del cinema

Le parole di Coppola toccano il cuore di quella che è l’esperienza del cinema in senso lato, e nello specifico della rassegna bolognese sotto le stelle. Un cuore di certo un po’ acciaccato e dolorante, in questa seconda estate di pandemia.

Una scena come quella di qualche anno fa non è oggi di certo possibile. La piazza sovraffollata, quella in cui i passanti sono costretti a scavalcare qualche testa per farsi strada tra il pubblico e gli sconosciuti stanno gomito a gomito seduti sui sanpietrini incandescenti, sembra ancora un sogno lontano. Ma ci sarà comunque un pubblico – più composto, più attento – e ci sarà comunque uno schermo. L’incantesimo di duemila occhi spalancati nel buio, illuminati dal miracolo della luce che incontra lo schermo bianco, si ripeterà anche quest’anno. Dopo un anno di oscurità e di silenzio in sala, ritorna il cinema, con i suoi colori, i suoi rumori e la sua musica. Con le palpitazioni, le risate, le lacrime di centinaia di cuori, bocche e occhi, sincronizzati emotivamente e misteriosamente congiunti.

Abbiamo ancora bisogno di cinema e del cinema. Non bastano i film, ci servono anche la sala e il suo incantesimo collettivo, soprattutto dopo questi mesi di visioni private di fronte allo schermo di un pc, nel chiuso delle nostre stanze. Ci servono le porte aperte, le poltroncine e lo schermo, a volte ostruito dal profilo dello spettatore della fila di sotto, che forse è un po’ troppo alto. Ci serve trattenere il respiro insieme al nostro vicino, stringerci la mano con l’amico che ci ha accompagnati, la risata sguaiata di uno spettatore non individuabile. Ci serve alzarci dopo i titoli di coda e origliare i commenti di quelli che se ne stanno andando come noi, e pensare che sì, effettivamente, sono commenti sensati. O che no, non siamo minimamente d’accordo e vorremo farglielo sapere. 

Abbiamo bisogno di cinema e del cinema, perché abbiamo bisogno di viaggiare in epoche e mondi lontani. E poi abbiamo anche bisogno di ritornare e ritrovarci, nel cuore di un’esperienza collettiva sul fondo della quale capiamo finalmente qualcosa di più anche su noi stessi.

San Petronio
Uno scorcio di Piazza Maggiore con San Petronio sullo sfondo, scatta in occasione dell’edizione de “Il Cinema Ritrovato” 2020. Foto di Paolobon140, fonte: Wikimedia Commons

Qualche informazione utile

La XXXV edizione del Cinema Ritrovato si tiene a Bologna dal 20 al 27 luglio; per il programma completo vi rimandiamo alla pagina web del festival

Per accedere alle sale cinematografiche è necessario essere in possesso dell’accredito o del biglietto della singola proiezione, che può essere acquistato esclusivamente last minute. Il costo dell’accredito è per l’intero di 120 euro, per il ridotto di 60 euro e per bolognesi e studenti universitari di 30 euro. 

Lo spettacolo in piazza Maggiore, invece, è gratuito ma rimane obbligatoria la prenotazione; i posti disponibili sono mille. Per chi non può partecipare dal vivo, una parte della rassegna è disponibile anche in streaming su MyMovies.

Illustrazione a cura di Francesca Pisano.