Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, di Selma Lagerlöf: alla scoperta del folklore e della geografia svedesi

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Questo mese la Critica d’arte recensisce Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson di Selma Lagerlöf, edito da Iperborea. Tra montagne, boschi di abeti, stormi di anatre, si viaggerà tra le leggende, la storia e la geografia della Svezia. Questo romanzo è una fotografia dalla perfetta composizione: storie di animali, luoghi, miti ed esseri umani si alternano magistralmente nella luce delle stagioni svedesi. Inutile dire che, dopo averlo letto, sarà tanta la voglia di visitare la Svezia e ripercorrere il viaggio di Nils.

 Alla fine il ragazzo si costrinse a lanciare un’occhiata verso terra, e gli sembrò che sotto di lui fosse stesa una grande tovaglia suddivisa in un’incredibile quantità di riquadri grandi e piccoli. «Dove sono finito?» si chiese. Non vedeva che un riquadro via l’altro. Alcuni erano sghembi e alcuni lunghi e stretti, ma tutti avevano angoli e lati diritti. Non c’era niente di tondo e niente di tortuoso. «Cos’è questa grande tovaglia a riquadri che vedo sotto di me?» si domandò il ragazzo senza aspettarsi che qualcuno gli rispondesse. Ma le oche selvatiche che volavano intorno a lui gridarono subito: «Campi e prati, campi e prati.» Allora si rese conto che la grande tovaglia a riquadri era la piatta terra della Scania che stavano sorvolando.

S. Lagerlöf, Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, Milano, Iperborea, 2017, p. 32.

Ricordo che anni fa mia sorella maggiore stava leggendo quello che a me sembrava un librone. In copertina, un bambino a cavalcioni su un’oca in volo si stagliava su un paesaggio montano, con boschi di abeti, casupole di legno e all’orizzonte il mare e il cielo azzurro. Avevo appena imparato a leggere e Il meraviglioso viaggio del piccolo Nils (così si intitolava in quella vecchia edizione, di non so quale casa editrice) mi affascinava. Lo prendevo in mano, fantasticavo sulla copertina, leggevo qualche parola e poi lo abbandonavo per la difficoltà. Mi ripromisi che l’avrei letto una volta cresciuta. Un anno fa, gironzolavo in libreria. Alla sezione ragazzi me lo sono ritrovato davanti e non ho esitato ad acquistarlo. 

Statue Nils Holgersson und die Wildgänse (Nils Holgersson e l’oca selvatica) di Erich Kühnholz alla scuola Waldorf Rudolf-Steiner-Schule a Witten, Germania.

Selma Lagerlöf e Nils Holgersson

Il romanzo del Meraviglioso viaggio di Nils Holgersson si intreccia con la vita personale dell’autrice. Selma Lagerlöf era un’insegnante quando, nel 1901, le fu commissionato dall’Unione degli insegnanti svedesi un romanzo che potesse insegnare la geografia agli allievi delle scuole svedesi, «senza che se ne accorgessero» (Premessa, in S. Lagerlöf, Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, Milano, Iperborea, 2017, p. 7). Lagerlöf era una scrittrice sorprendentemente capace e, nonostante la sua iniziale titubanza nell’imbarcarsi in questo progetto, il romanzo ebbe un grande successo non solo tra il pubblico scolastico al quale era destinato. Per anni viaggiò per tutta la Svezia, raccogliendo leggende dei luoghi visitati, studiando le storie e la geografia della sua terra. Solo quando le venne l’idea di un bambino in viaggio sul dorso di un’oca tutto il materiale fino ad allora raccolto acquisì una forma e Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson prese vita.

Nils Holgersson di Ralf Borselius a Karlskrona, Svezia.

La fortuna di Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson nel tempo e l’edizione Iperborea

Nils Holgersson, una sorta di Pinocchio svedese, pian piano divenne un classico non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Infatti, i genitori, leggendo di quelle meraviglie ai figli coricati, per primi apprendevano geografia e folklore della loro terra. Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson quindi non ebbe solo un ruolo didattico, ma anche sociale. 

Il suo successo è andato ben oltre la penisola scandinava. È stato infatti inserito tra i cento libri migliori del Novecento, nella celebre classifica votata dai lettori del quotidiano Le Monde. Marguerite Yourcenar definì Lagerlöf «la più grande scrittrice dell’Ottocento».

Sebbene in Italia questo romanzo e l’opera di Lagerlöf, e in generale la letteratura nordica di un certo tipo, siano spesso state appannaggio di un pubblico ristretto, nei territori scandinavi e in quelli confinanti è rimasta una pietra miliare. Lagerlöf fu la prima donna a fregiarsi del premio Nobel per la letteratura, nel 1909, diventando membro dell’Accademia di Svezia nel 1914. (Se invece volete sapere chi è stata la prima donna italiana a vincere questo premio, potete leggere Premio Nobel per la letteratura italiana: tra rivalità e reginette del trash).

Dal 1987 Iperborea si impegna a diffondere anche in Italia le opere letterarie dell’area nordeuropea e, nel 2017, ha pubblicato, in una nuova traduzione di Laura Cangemi, la versione integrale del Meraviglioso viaggio di Nils Holgersson. L’edizione è arricchita dalle illustrazioni di Bertil Lybeck realizzate per l’edizione svedese del 1931. 

Selma Lagerlöf, 1881, foto di Anna Ollson.

Un bambino, un folletto e un’oca

Nils Holgersson è un ragazzino di quattordici anni biondo e allampanato, pigro e maleducato. «Non si può dire che valesse un granché: più di tutto gli piaceva mangiare e dormire, e subito dopo combinare bricconate» (S. Lagerlöf, Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, Milano, Iperborea, 2017, p. 17). Come tale, dà molti pensieri ai genitori, pii e umili fattori. L’avventura inizia in un’assolata domenica di fine marzo: Nils già pregusta un paio di ore in solitaria mentre i genitori vanno in chiesa. Immagina di potersi finalmente fare i fatti suoi, indisturbato, e magari provare a sparare con lo schioppo del padre. I genitori però, stufi della nullafacenza del figlio, lo intimano di leggere il sermone durante la loro assenza. Nils non può sottrarsi a questo compito: al loro ritorno lo interrogheranno. Svogliatamente quindi si rassegna e inizia la lettura. Da ragazzino pigro quale è, fa molta fatica a leggere e ogni ragione è buona per distrarsi, finché nota qualcosa di strano in cucina: uno dei bauli della madre è aperto! Scopre un folletto che, indisturbato, rovista e ammira gli abiti lì contenuti. 

Guardò e riguardò e non voleva credere ai propri occhi. Quella che all’inizio sembrava un’ombra diventò sempre più definita e ben presto il ragazzo capì che era qualcosa di reale. Seduto a cavalcioni sul bordo del baule c’era niente di meno che un folletto.

S. Lagerlöf, Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, Milano, Iperborea, 2017, p. 21.

Nils decide di provare a catturarlo con un retino e incredibilmente ci riesce. In risposta, il folletto (in genere sono creature tranquille, se non vengono disturbate) fa un incantesimo a Nils, che cade addormentato, e scappa. Al risveglio, il ragazzino scopre di essere stato rimpicciolito: ora è della stessa misura del folletto!

Vagando per la piccola fattoria in cui vive (che ora gli sembra enorme) scopre che le sue piccole dimensioni non sono l’unica novità: ora è anche in grado di comprendere il linguaggio di tutti gli animali e interagire con loro. Successivamente, al passare di uno stormo d’oche selvatiche, Mårten (pronunciato “Morten” in svedese), un giovane papero della fattoria, decide di innalzarsi in volo per unirsi a loro. Nils, preoccupato per lui, vi si aggrappa. Ha così inizio il suo meraviglioso viaggio.

Nils, in groppa a Mårten, seguirà la migrazione delle oche, con a capo Akka, per tutta la Svezia, in costante fuga dalla volpe Smirre. Vivrà rocambolesche avventure, nel tentativo di tornare alle sue dimensioni originarie. Scoprirà i delicati equilibri della natura e imparerà la gentilezza e la cura per il prossimo, e l’importanza della collaborazione tra individui per sopravvivere come comunità.

Ritratto di Selma Lagerlöf, vincitrice del Premio Nobel, 1909. 

Un viaggio mozzafiato alla scoperta della Svezia

Il romanzo inizia proprio con la formula C’era una volta… e fin da subito lascia presagire il dispiegarsi di una grande avventura. Il lettore, insieme a Nils, sarà guidato alla scoperta delle terre meravigliose della Svezia e del folklore che le caratterizzano. La scelta di raccontare un viaggio a volo d’oca ha permesso all’autrice di restituire un punto di vista ampio quanto il panorama che si può osservare dal finestrino di un aereo. Infatti, la capacità narrativa di Lagerlöf delinea un affresco di paesaggi mozzafiato, dalle pianure alle montagne, dai laghi ai fiumi, fino alle coste frastagliate. Ogni nuova regione è raccontata dal punto di vista della terra e dei suoi abitanti, specialmente quelli animali. Unendo sapientemente l’aspetto leggendario a quello nozionistico, Lagerlöf è sicuramente riuscita a creare un romanzo che permette al lettore di imparare senza neanche accorgersene. Per un bambino è sicuramente più interessante apprendere che l’Uppland è uno dei territori più ricchi della Svezia tramite una leggenda, piuttosto che da un noioso paragrafo di un libro scolastico.

Selma Lagerlöf nel suo studio, nella residenza di Mårbacka (Svezia), 1933.

Un romanzo per tutte le età e le epoche 

Nonostante si presenti come romanzo per bambini, anche un adulto rimarrà senz’altro affascinato dal racconto. Le profonde ricerche di Lagerlöf, antecedenti alla stesura del romanzo, emergono nella cura dei dettagli, nella precisione dei racconti e nelle ricchissime ambientazioni folkloristiche. Non si tratta solo di conoscere il territorio svedese, ma di capirlo e viverlo, grazie alla prosa evocativa della scrittrice.

Oltre ai racconti, seguendo le avventure di Nils nel tentativo di tornare umano, anche una morale finale rimane impressa. Non è importante solo essere buoni, altruisti e disinteressati, non si tratta solo di apprendere nozioni geografiche in modo divertente: imparare a conoscere il nostro territorio e il rapporto privilegiato che abbiamo con esso tutela anche la nostra identità. L’ambiente in cui siamo nati e viviamo non è scontato. Esiste da prima di noi e ha quindi una sua precisa storia e tradizione, che va ben oltre i suoi ospiti umani. Considerando quello che stiamo vivendo in questo momento storico, tra cambiamenti climatici e pandemie, ricordare chi è la nostra terra è fondamentale. Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson ci permette di viaggiare in una Svezia, per l’appunto, magica, viva in quanto territorio, e ancora incontaminata. Ci educa non solo sulle sue specificità ma anche sulla nostra capacità di soffermarci e meravigliarci di ciò che abbiamo intorno. Chiederci perché un fiume è proprio lì, scoprire il ciclo di vita della fauna caratteristica o approfondire la ricchezza di un territorio, in una cornice folkloristica, ci riconnette alle nostre radici. Ecco perché è importante leggere questo romanzo anche da adulti: per prendere una pausa dalle nostre vite del XXI secolo e ricordarci chi siamo.

Illustrazione a cura di Noemi D’Atri.