Guide turistiche: dai mirabilia a Instagram

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Tutti noi ci siamo trovati nel corso della nostra vita ad affrontare un viaggio. Chi rimanendo vicino a casa, chi volando lontano. A volte soli, altre in compagnia. Per visitare un posto o per vivere un’esperienza. È però certo che la maggior parte di noi prima di partire si è informato, alcuni hanno comprato una guida, altri hanno navigato su Google. Ma vi siete mai chiesti quale sia l’origine delle guide turistiche?

Definire il termine guida

Nel corso degli anni alla parola “guida” sono state assegnate diverse accezioni, ma quella più esaustiva la definisce come un testo programmatore, cioè un testo che anticipa una pratica, che verrà spiegata al lettore attraverso le parole del volume e quindi degli autori.La guida turistica può essere considerata un’opera che ha lo scopo di informare in modo semplice ed essenziale, fornendo al lettore un primo sguardo su un luogo per lui nuovo.

La guida turistica viene definita come un contratto di veridicità, in quanto non può esistere alcun rischio di ambiguità tra ciò che è reale e ciò che è immaginario, poiché il lettore-viaggiatore deve avere la certezza che potrà ritrovare nella sua visita tutto quello che ha letto, mantenendo vivi la voglia di conoscere e il piacere della scoperta.

Un narratore silente con l’esigenza di comunicare

Anche il linguaggio di questa tipologia di testo è particolare, poiché si allontana totalmente dalla letteratura di viaggio o dai diari del Grand Tour. La presenza del narratore è molto discreta, le forme personali non esistono e rendono quindi il discorso trasparente; lo scopo è evitare che l’autore possa esprimere pareri soggettivi e di conseguenza compromettere il fine della guida, cioè essere oggettiva. I percorsi consigliati vengono descritti in maniera obiettiva, raccontando la veridicità dei luoghi e, al contempo, mostrandone al viaggiatore la bellezza.

Ci sono due tipologie di guide: quelle strutturate attraverso degli itinerari e quelle che propongono le attrazioni in ordine alfabetico; in ogni caso il loro obiettivo è quello di creare un percorso prestabilito.

Si comprende perciò che lo scopo della guida è quello di descrivere dei luoghi, creare diverse proposte per ogni itinerario, dare tutte le informazioni necessarie riguardo ai servizi presenti nel posto di cui si parla, indirizzare lo sguardo del lettore su ciò che è rilevante; allo stesso tempo la guida ha anche il compito di agevolare l’incontro tra culture diverse tra loro.

Le persone, per lavoro, esplorazione o semplicemente svago, viaggiano da secoli, ma solo in tempi più recenti hanno sentito la necessità di informarsi riguardo alla meta in cui si recheranno. Di conseguenza si è manifestato il desiderio di comunicare ad altri ipotetici visitatori gli usi e i costumi di un determinato luogo e, allo stesso tempo, dare loro informazioni pratiche, ad esempio quelle riguardanti i mezzi di trasporto, il vitto e l’alloggio.

Dal Medioevo al Grand Tour

La prima forma di guida nacque già nel Medioevo quando dei pellegrini in viaggio verso Santiago de Compostela, Gerusalemme o Roma iniziarono a scrivere dei vademecum tascabili, rinominati mirabilia, ovvero dei volumi antenati delle guide moderne, che contenevano non solo degli itinerari e delle informazioni utili per muoversi nel territorio, ma anche delle preghiere e dei canti liturgici.

Grazie al Trattato di Londra del 1604 che pose fine alla Guerra anglo-spagnola (1585-1604), i giovani aristocratici, soprattutto inglesi, poterono viaggiare liberamente in Europa: si diffuse così il Grand Tour, un viaggio, un passaggio obbligatorio per i rampolli del continente. I giovani trascorrevano un periodo in giro per l’Europa, in particolar modo tra Francia, Grecia e Italia, allo scopo di istruirsi e diventare adulti. La società iniziò così a trasformarsi, diventando in parte una comunità di viaggiatori, di grandtourists, che tramandavano i loro saperi attraverso dettagliati diari.

L’Ottocento e la società di massa

L’Ottocento fu un periodo di grandi cambiamenti, anche nel campo dei trasporti: all’inizio del secolo, in Inghilterra, fece la sua comparsa la locomotiva a vapore. La costruzione della rete ferroviaria portò con sé una grande novità: la nascita di una delle prime case editrici specializzate nell’editoria turistica, la tedesca Baedeker. Da quel momento in poi furono molte le case editrici che cercarono di inserirsi nel nuovo settore basando la propria produzione sui viaggi in treno. Tra queste vi è la casa editrice francese Hachette, diventata famosa per le sue Guide Blu.

La nascita della società di massa e l’invenzione di innovativi mezzi di trasporto, tra i quali la bicicletta e la macchina, hanno influenzato il mondo dell’editoria turistica. Così sono state pubblicate nuove edizioni di guide già esistenti e una nuova tipologia di guida che riportava indicazioni stradali, tabelle con gli orari degli autobus o dei treni, autofficine, carrozzerie e molto altro.

Le guide nel mondo

In Italia la casa editrice più nota del settore è stata il Touring Club con le sue famose Guide Rosse e Guide Verdi, mentre in Francia un lavoro simile è stato fatto dalle guide Michelin. Tutti questi cambiamenti nel corso della storia hanno portato alla nascita di una delle case editrici di viaggio più famose al mondo – e una delle mie preferite – l’australiana Lonely Planet. La sua peculiarità è stata quella di aver saputo promuovere una nuova forma di viaggio, quella dei backpackers, cioè i viaggiatori con lo zaino in spalla che, attraverso un budget molto ristretto, avevano l’obiettivo di raggiungere mete alternative, prima tra tutte quella che li ha fatti diventare famosi: l’Asia.

Nel mercato odierno sono presenti molte altre aziende specializzate nell’editoria turistica che ricoprono un ruolo noto e rilevante, tra cui: The Passenger, Bradt, Footprint, Marco Polo, Polaris.

Il passaggio dal cartaceo al mondo digitale

Una delle rivoluzioni più famose – e più discusse – della storia è quella che vede il passaggio del libro dalla sua forma cartacea a quella digitale. Questo cambiamento non riguarda solamente la creazione dell’e-book, ma anche quell’insieme di strumenti che compone il mondo online, come siti, blog, video, social network.

Le guide turistiche da viaggio, quindi, si sono viste costrette a mutare, poiché oggi il viaggio è vissuto come un’esperienza condivisa e lo è grazie alla tecnologia che, attraverso le piattaforme online, crea un sistema di guide destrutturate. Queste guide vengono create dagli utenti, che possono personalizzarle in base ai loro gusti, e sfruttano al massimo sia questa nuova modalità di narrazione sia i supporti più moderni, come appunto gli e-book.

Il viaggio sui social network

Il fatto che uno degli argomenti più discussi nel mondo dei social network sia quello dei viaggi fa capire quanto è importante per gli utenti pubblicare foto e video della propria esperienza, che si rivelerà poi fonte d’informazione per i potenziali futuri turisti. Grazie ai social è possibile comunicare in tempo reale; i contenuti vengono condivisi mentre si sta vivendo l’esperienza, e ciò è possibile grazie alle piattaforme online e ai dispositivi mobili. Tra nuovi editori del settore troneggiano Google, Facebook e Twitter.

Ieri e oggi: il cambiamento negli ultimi vent’anni

La differenza tra ieri e oggi è evidente. Sono semplici e immediati i paragoni utili a mostrare i cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi vent’anni nel settore dei viaggi grazie a – o a causa di– Internet.

La scelta della destinazione non viene più consigliata da amici e parenti, con il supporto delle guide cartacee, ma avviene per via di suggerimenti e di post che ogni giorno intasano le bacheche dei social. Il biglietto aereo non si compra più in agenzia, ma online grazie ad aggregatori di ricerca come Skyscanner. Lo stesso vale per l’hotel: l’agenzia viaggi è stata affossata da applicazioni come Booking e Airbnb. Per non parlare della facilità che si ha oggigiorno di muoversi grazie a Google Maps, invece di doversi fidare del centro informazioni o del consiglio del vecchietto che sta passando di lì. Se si ha fame, non serve cercare un ristorante o leggere i menù esposti fuori dai locali, e non si deve nemmeno sperare che la receptionist dell’hotel abbia gusti simili ai nostri, grazie a TripAdvisor è tutto più semplice, veloce e soprattutto a misura di persona.

L’unica cosa a mio parere un po’ negativa, è il cambiamento avvenuto nel modo in cui si condivide il viaggio. Non si fanno più le serate con gli amici per raccontare, tra una birra e una diapositiva, la propria esperienza, ma si condivide tutto attraverso una storia di Instagram che scomparirà dopo ventiquattro ore.

Il futuro che vorrei

A seguito di un lavoro realizzato nel 2019 allo scopo di fare ricerca per la mia tesi di laurea magistrale intitolata Nascita e diffusione dell’editoria turistica, sono state realizzate delle statistiche che mostrano come per le guide da viaggio non sia prevista un’estinzione futura, ma anzi manterranno un buon equilibrio tra cartaceo e digitale. Sicuramente il forte mutamento che hanno subito negli ultimi anni non può che essere un punto di partenza per il futuro… Io spero, a novant’anni, di trovarmi su un volo con la mia Lonely Planet stretta tra le mani!

Illustrazioni a cura di Caterina Cornale.