Tr3censioni e corrispondenze: tre carteggi che raccontano la natura umana

Tr3censioni e corrispondenze: tre carteggi che raccontano la natura umana

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Questo mese tornano le Tr3censioni a tema libri a cura della Critica d’arte. Per il tema del mese, Corrispondenze, si è lasciata trascinare da un sentimento nostalgico. Nella nostra epoca non scriviamo più lettere, ma fino a qualche decennio fa questo mezzo di comunicazione era veicolo di speranze, amore, paure e racconti di vita. Proprio per questo oggi la Critica d’arte ha deciso di proporre tre carteggi differenti tra loro, ma accomunati dalla capacità di raccontare la complessità umana.

In questa Tr3censione saranno quindi approfonditi:

  • Charles Dickens. Una vita in lettere a cura di Laura Bortoli;
  • Lettere di Fëdor Dostoevskij;
  • Lasciami il sogno di Anna De Simone e Biagio Marin.

Se il primo racconta un Dickens nel pieno della sua vita familiare e di autore in tensione con le sue aspirazioni e i suoi mezzi, nel secondo viene svelato un Dostoevskij dolorosamente umano e autore della propria vita. Lasciami il sogno invece, unico dei tre a essere un carteggio propriamente detto, racconta una storia tanto vera quanto malinconica di due animi affini che si incontrano.

Charles Dickens. Una vita in lettere

Federico ha scelto: Charles Dickens. Una vita in lettere

Credete che agli impiegati dell’ufficio di posta importi qualcosa di ricevere una lettera? […] S’abituano a tal punto da diventare orribilmente indifferenti. […] Pensate a quando deve consegnarsi da solo una lettera, non gli resta neppure l’ebbrezza dell’udir quel doppio picchiare alla porta!

Charles Dickens. Una vita in lettere, a cura di L. Bartoli, Milano, ABEditore, 2020, vol. I, p. 152.

Charles Dickens. Una vita in lettere, edito da ABEditore e curato da Laura Bartoli, è il primo volume di un’opera che illustra la vita del celebre autore. Il volume raccoglie centocinquanta lettere scritte da Dickens tra il 1825, anno a cui risale la prima lettera sopravvissuta indirizzata a un compagno di classe, e il 1850, anno in cui nacque David Copperfield, il suo alter ego letterario.

La raccolta contiene una serie di epistole che Dickens, nel corso di questi venticinque anni, ha inviato ad amici, conoscenti, collaboratori e colleghi, e che fungono, grazie anche a paragrafi narrativi redatti dalla curatrice, da utile strumento per ricostruire la vita dell’autore.

Qui, le opere letterarie che hanno reso Dickens l’Inimitabile fanno da sfondo alle vicende più intime, private e, talvolta, allegre della sua vita: il matrimonio con l’adorata Catherine Hogart, i difficili rapporti con il padre e il fratello Frederick, l’amicizia con John Forster, i viaggi in America e in Italia e, non da ultime, le preoccupazioni legate alla sua situazione economica.

Da queste lettere emerge un Charles Dickens tanto soddisfatto dei propri successi letterari quanto insoddisfatto di determinate dinamiche nel mondo dell’editoria – per esempio la mancanza di una legge sul diritto d’autore in America –; un Charles Dickens marito e padre amorevole che, forse, ha sempre posto dinnanzi a tutto la moglie e i figli; un Charles Dickens attivo socialmente e pronto a schierarsi dalla parte di più deboli. Insomma, l’Inimitabile.

Lettere

Jenny ha scelto: Lettere

Ho un progetto: diventare pazzo. Che gli uomini facciano il diavolo a quattro, che tentino pure di curarmi e di rendermi saggio.

F. Dostoevskij, Lettere, a cura di A. Farina, Milano, il Saggiatore, 2020, p. 80.

Così scriveva un giovane Dostoevskij al fratello maggiore, Michail, nel 1838. Alla Galleria Millon abbiamo già parlato di Dostoevskij come autore. Oggi invece andremo a indagare l’uomo dietro l’arte con Lettere, un tomo di millequattrocento pagine che racchiude tutte le lettere personali dell’autore russo, pubblicato dal Saggiatore a fine 2020.

Tra gli appassionati e gli studiosi, l’uscita di questa opera ha suscitato grande interesse. È una raccolta importante: per la prima volta in Italia è possibile leggere le lettere in un unico volume, nelle loro versioni integrali, e con una nuova traduzione coerente. Infatti, uno dei grandi pregi di questa edizione è proprio la curatela. Tre traduttrici hanno lavorato a questa immensa opera: Giulia De Florio, Alice Farina (anche curatrice) ed Elena Freda Piredda. Con grande attenzione hanno restituito la vita di Dostoevskij al pubblico italiano. Grazie anche alla presenza di note puntuali, la lettura è godibile anche da parte di un lettore neofita.

Lettere ripercorre tutta la vita di Dostoevskij in modo intimo e personale. L’autore russo diventa cronista e protagonista della sua vita, di tutti quegli attimi quotidiani che rendono genio una persona. A partire dalla prima lettera, datata 29 giugno 1832, il lettore potrà ritrovare il talento, l’acume, il tormento, la passione e le tensioni tipiche del romanzo dostoevskiano. Lettere diventa quindi un’autobiografia involontaria, che in modo puro e sincero traccia la vita di uno degli uomini più geniali dei tempi moderni.

Lasciami il sogno

Marta ha scelto: Lasciami il sogno

Cara Anna, credo di averti scritto in una mia lettera precedente che ogni tua lettera è un favo di miele e che io sono goloso del tuo miele.

B. Marin, A. De Simone, Lasciami il sogno. Carteggio 1982-1985, a cura di Edda Serra, Rovigo, Il Ponte del Sale, 2020, p. 132.

Lasciami il sogno è la storia di un incontro avvenuto fuori tempo limite, un romanzo fatto di centoquarantanove lettere. I protagonisti sono una timida professoressa di liceo, di nome Anna De Simone, e un celebre poeta ormai ultranovantenne, Biagio Marin. Lo spazio è quello della pagina dattiloscritta, il tempo gli ultimi tre anni di vita di Marin.

L’ho definito romanzo perché questa breve vicenda ha una perfetta progressione narrativa, con il suo esordio, il suo svolgimento altalenante e il suo tragico epilogo. Comincia quando una professoressa di Milano scrive una lettera per manifestare la sua ammirazione al famoso poeta di Grado. Si avvia così l’iniziazione di Anna al culto della poesia e Biagio trova l’affetto e la vicinanza di un’anima affine. La poesia è consolazione, ma il calore umano lo è di più. 

Lasciami il sogno è una storia di trasfigurazioni. Anna diventa per Biagio l’incarnazione dell’afflato poetico imperituro. Biagio si manifesta come maestro supremo e insieme come incarnazione del più solo e del più incompreso tra gli uomini. Le lettere sono un mezzo di fuga, un modo per innalzarsi oltre le difficoltà quotidiane, oltre l’oblio, oltre la morte. Anna e Biagio fanno progetti, si danno appuntamento e guardano al futuro. Un traguardo, indistinto ma fatto di dolcezza e vicinanza, sembra all’orizzonte. Ma è una corsa contro il tempo. Marin muore poco prima del Natale del 1985. Il romanzo di questa tenera amicizia arriva al suo epilogo. E a noi rimangono queste centoquarantanove lettere a testimoniare l’esistenza del sogno.

Rielaborazione grafica a cura di Noemi D’Atri.