Tra adolescenza cosmica e idee abbozzate: viaggio alla ricerca dell’essenza della narrazione

Reading Time: 6 minutes

Questo mese il Curatore propone due graphic novel differenti tra loro ma che, in modo collaterale, permettono al lettore di vivere un viaggio in zone recondite, per arrivare a forme essenziali della narrazione scritta e visiva. La prima, Come parlare alle ragazze alle feste, è un tuffo nella simbologia dell’adolescenza, alla scoperta dei primi approcci all’amore, in una chiave cosmica e quasi primordiale. La seconda, Diario di un fantasma, approfondisce la genesi dell’opera creativa, avulsa da pregiudizi, interpretazioni o significati. È la scoperta di un’idea pura, ancora in formazione, che viaggia attraverso l’artista.

Come parlare alle ragazze alle feste

Non puoi ascoltare una poesia senza che essa ti cambi

N. Gaiman, G. Bá e F. Moon, Come parlare alle ragazze alle feste, Milano, BAO Publishing, 2017, p. 48.

Come parlare alle ragazze alle feste è una graphic novel tratta dal racconto La ragazza del punk innamorato di Neil Gaiman, disponibile nella raccolta di racconti Cose fragili edita da Mondadori. Racconta la stravagante serata di due adolescenti, Enn e Vic, a una festa nei sobborghi di Londra, negli anni Settanta, agli albori della scena punk. Hanno solo quindici anni e cercano di capire come orientarsi nel mondo delle relazioni amorose.

Enn è impacciato e timido: ha ancora molte difficoltà ad approcciarsi alle ragazze e il fatto che Vic abbia invece un gran successo non lo aiuta: non capisce come possa essere così disinvolto e come riesca a dire sempre la cosa giusta. Per Vic il segreto è semplicemente parlare con loro. Come può essere così facile?

I due amici si imbucano a una festa e vengono risucchiati dall’eccezionalità della situazione. La musica è strana, ricorda qualcosa di conosciuto e di mai sentito, allo stesso tempo. E le ragazze, ce ne sono tante, sembrano brillare di luce propria. Enn riuscirà (finalmente) a parlare con alcune di loro e verrà conquistato dalla loro bellezza e malinconia.

Noterà subito che le ragazze non sembrano del luogo: appariranno quasi tutte distanti, come di un’altra dimensione. Si scoprirà che hanno viaggiato, e a lungo. E poi Enn incontrerà Triolet, una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco che lo travolgerà.

– Come ti chiami?

Triolet. 

… Carino. 

È un tipo di poesia. Come me.

N. Gaiman, G. Bá e F. Moon, Come parlare alle ragazze alle feste, Milano, BAO Publishing, 2017, p. 41.

In sole sessantaquattro pagine, le parole di Neil Gaiman e i disegni dei gemelli Gabriel Bá e Fábio Moon ci catapultano nella percezione adolescenziale delle prime relazioni amorose tramite una narrazione misteriosa e anche, si potrebbe dire, mistica. 

Le illustrazioni di Gabriel Bá (che, tra le altre cose, ha illustrato anche i volumi di Umbrella Academy) e di Fábio Moon collimano perfettamente con lo stile narrativo di Gaiman. 

Insieme riescono a restituire un universo colorato, dolce, fatto di emozioni, percezioni e voglia di conoscere. Qui potete leggere un’anteprima della graphic novel.

Di questo romanzo grafico ho apprezzato particolarmente le illustrazioni delle ragazze: il tratto netto e i colori sgargianti restituiscono in modo immediato forza e fragilità di questo speciale gruppo. Inoltre, l’edizione BAO Publishing, ricalcando quella americana, è arricchita dai bozzetti di studio dei disegnatori. Ciò permette di fare un passo in più per capire la genesi di un’opera che non è fatta solo di parole. Questo tentativo di capire cosa ci sia dietro una narrazione, portata avanti anche tramite il disegno, sarà ancora più chiaro nella seconda graphic novel proposta in questo articolo.

Diario di un fantasma

Come nasce la creatività? Quale processo porta un disegnatore a scegliere un soggetto invece di un altro? Cosa significa disegnare? In Diario di un fantasma, portato in Italia da Eris Edizioni, il fumettista Nicolas de Crécy prova a dare una risposta personale a queste e altre domande. A metà tra un’autobiografia e un reportage di viaggio, verrà esplorata la necessità del disegno come arte.

Grazie al suo caratteristico tratto frammentario e nervoso, che l’ha reso famoso in Francia e nel mondo, de Crécy delinea un mondo visionario, tipico delle sue opere. La graphic novel segue il viaggio di un’idea di disegno pubblicitario appena abbozzato. E ciò che verrà rappresentato sarà fondamentale per rendere il prodotto appetibile e quindi vendibile. Inizialmente l’idea sarà solo accennata e poi, piano piano, muterà in base alle richieste del manager o agli stimoli di ciò che la circonderà. 

In Giappone l’idea passerà dalle rappresentazioni sovreccitanti cittadine ai tranquilli stimoli della campagna, grazie all’indiretta guida di un’altra illustratrice, Sakura. La bozza d’idea si beerà delle tradizioni indigene e combatterà con la necessità di dover essere qualcosa e il volerne essere un’altra. Rappresenta l’eterna battaglia dei disegni su commissione: dover accontentare il cliente e dargli ciò per cui paga in luogo di disegnare ciò che l’artista sente. Probabilmente la chiave per avere successo, e quindi poter vivere di ciò che si disegna, è trovare il giusto equilibrio tra i due fuochi.

Dopo il Giappone, l’idea, con il suo manager, viaggerà verso Recife, in Brasile. In aereo si rapporterà direttamente con l’artista, il quale sentirà la necessità di spiegarsi a lei. In una critica alla rappresentazione socio-antropologica dei viaggi turistici, in cui il turista fruisce dei contenuti in modo consumistico, de Crécy delinea la difficoltà di rappresentare, tramite il disegno e il fumetto, la verità dei luoghi già abusati da cartoline e foto dei turisti.

Quei costumi vuoti e quei tamburi ricoperti di polvere mi fanno capire cosa mi dà fastidio del disegno come strumento di comunicazione. Guillaume con il teatro ha potuto scoprire questa città e i suoi abitanti grazie a un lavoro condiviso. Il disegno è solitario. Non è praticabile se non in una certa forma di confinamento.

N. de Crécy, Diario di un fantasma, Torino, Eris, 2017, p. 141.

La narrazione è portata avanti tramite suggestioni e impressioni. Grazie all’utilizzo di diverse tecniche di disegno, di cui viene spiegata la scelta, de Crécy riesce a dipanare, almeno in parte, la matassa del processo creativo che porta alla rappresentazione. L’idea nasce nell’artista, vive attraverso lui, assorbe, volente o nolente, gli stimoli che lo circondano e si definisce tramite i suoi intenti e i significati.

Come racconto nel libro, esso nasce dalla voglia di raccontare la mia esperienza con il disegno e di girarlo in fiction e parlare di me usandomi come personaggio. La moda dell’autobiografia era molto viva all’epoca e io volevo deviare da questa tendenza: parlare quindi di me, ma attraverso la finzione. È stata importante anche l’esperienza che ho avuto in Brasile, dove dovevo fare un reportage disegnato ma non riuscivo a farlo: avevo un problema di rappresentazione del reale e questo mi pareva interessante…

Nicolas De Crécy, il fumetto come continua ricerca e sfida personale, Valerio Stivè, 2017.

Qui è possibile leggerne un’anteprima.

Il viaggio come esperienza di mutamento

Tra queste due graphic novel non c’è un vero e proprio filo conduttore, se non l’idea di viaggio in senso ampio. Il significato più semplice di viaggiare è quello di spostarsi da un punto a un altro. Tuttavia racchiude in sé anche un’aspettativa, una necessità di arrivare da qualche parte. Questa aspettativa si traduce nell’esperienza dello spostamento: il viaggio è preparatorio al mutamento che intercorre in noi tra l’inizio, quando abbiamo deciso di intraprenderlo, e la fine, quando siamo finalmente arrivati.

In Come parlare alle ragazze alle feste si parte ignari, convinti di leggere qualcosa su due adolescenti impacciati, e si arriva alla consapevolezza che quanto letto fa parte di un disegno ampio, universale. E in Diario di un fantasma, seguendo il viaggio di un’idea, anche il lettore all’inizio è solo abbozzato, si perde in tutti gli stimoli iniziali, per poi definirsi tramite la narrazione e arrivare a vedere, anche solo per un fugace momento, l’esistenza di un’idea creativa nella sua forma più pura.

Rielaborazioni grafiche a cura di Martina Nenna.
Illustrazioni di Nicolas de Crécy per gentile concessione di Eris Edizioni.