Intervista illustrata: Samantha Burchianti

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Con l’intervista illustrata di oggi, il Curatore ci porta in Toscana per presentarci l’arte di Samantha, ToscaSam su Instagram e DeviantArt.

Nasce nel 1994 e tutte le sue foto di quando era bambina la ritraggono con le penne in mano e i fogli pieni di disegni. L’arte è sempre stato uno dei suoi principali interessi, insieme alla letteratura. Laureata in Storia medievale all’Università di Pisa, Samantha è in cerca di quello che definisce “posto fisso” (ma non è del tutto sicura della sua esistenza). Attualmente studia per diventare guida ambientale e turistica. In tre parole si definisce toscanaccia a tempo pieno, fantasticatrice e “ansia-addicted”.

Ecco la sua intervista.

Qual è il tuo più grande difetto?

Giudico gli altri, li etichetto e credo che loro non se ne accorgano. Se ne accorgono?
Paradossalmente, sono terrorizzata dal giudizio altrui.

Con quale personaggio storico vorresti passare una giornata?

Sono affascinata dai molti personaggi storici e la lista di chi vorrei incontrare si allunga di giorno in giorno. Eppure non ho avuto alcun dubbio nello scegliere Giacomo Leopardi. Ricordo che una professoressa del liceo mi sgridò per non aver capito una sua poesia e mi offesi così tanto che il giorno stesso acquistai su una libreria online tutto quello che riuscii a trovare su Leopardi. Da quel momento me ne sono innamorata. Lo amo tantissimo: percepisco una forte connessione con i suoi pensieri (e sicuramente non sono la sola). Un personaggio magnifico, vicino all’anima di tanti. Vorrei potergli dire quante persone, oggi, lo hanno a cuore e lo stimano.

Qual è il tuo animale totem?

Il merlo. C’è stato un periodo, anni fa, in cui avevo iniziato ad associare la visione di un merlo con un risvolto positivo della giornata. Superstizione, certamente, eppure ancora oggi quando ne vedo uno, mi tranquillizzo: sicuramente qualcosa andrà bene. O sono pazza o sono un’augure (vivo in Etruria, no?).

Qual è il tuo portafortuna?

Un foulard di mia nonna. Come tutte le nonne, anche la mia era speciale. Nata negli anni Venti del Novecento e scomparsa poco prima degli anni Venti del 2000. Ha vissuto uno spaccato di mondo incredibile: dalla Seconda guerra mondiale a WhatsAapp. Sembra impossibile. Era una donna semplice ma piena d’animo: nel dubbio, si faceva una risata. Quando se n’è andata, le mie zie mi hanno regalato uno dei suoi foulard più vecchi (so che una volta l’ha usato per fasciarsi una ferita che si era procurata mentre lavorava nei campi). Quando ho bisogno di un aiuto extra, indosso questo pezzo di stoffa dal valore inestimabile. Se c’è qualcuno che può infondermi sicurezza o che può consolarmi per un insuccesso, quella è Nonna Gina.

Come immagini il tuo pranzo ideale?

Prosciutto e baccelli [fave, N.d.R], pane fresco, una bella giornata e la campagna toscana. Potrebbe essere la mia idea di paradiso.