L’età dell’oro: graphic novel tra ambientalismo e femminismo

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Questo mese la Galleria Millon affronta per i suoi lettori il tema di Madre Natura. Il Curatore ha scelto quindi di parlare di una graphic novel dalle tinte fantasy, che approfondisce anche i temi dell’ambientalismo e del femminismo. L’età dell’oro, scritta da Roxanne Moreil, disegnata da Cyril Pedrosa e pubblicata da BAO Publishing, racchiude in sé un immaginario fantasy pronto a svelare le contraddizioni della contemporaneità. Grazie alle capacità dei due autori, L’età dell’oro si rivela essere una lettura piacevole e per alcuni tratti sorprendente, soprattutto dal punto di vista grafico.

Complotti e libri perduti

L’età dell’oro è una graphic novel fantasy in due parti. Dalla penna della libraia e scrittrice Roxanne Moreil e dalla matita di Cyril Pedrosa – che, oltre ad aver pubblicato già numerose graphic novel, ha collaborato anche alla creazione dei film d’animazione Il Gobbo di Notre Dame e Hercules – nasce una storia attuale negli intenti, ma magica nella realizzazione. Tilda, giovane donna protagonista, è destinata ad ascendere al trono del regno di Lantrevers, a seguito del suicidio del re, suo padre. Ma per uno strano complotto ordito dal fratello minore e dalla madre, Tilda si ritrova esule. Fugge quindi nella foresta, accompagnata da due cavalieri: Tankred e Bertil, compagni fidati e nobili d’animo.

La giovane erede deve capire come muoversi: come potrà riprendersi ciò che le spetta? Riuscirà a ribaltare la congiura? E soprattutto, saprà poi essere all’altezza del ruolo di reggente? Vagabondando nella foresta, Tilda, Tankred e Bertil entreranno in contatto con alcuni villici, persone semplici che cercano un posto in quel mondo complesso, fatto di classismo e sfruttamento. Ma soprattutto, nella foresta, si imbatteranno in una nutrita comunità di sole donne dove verrà mostrata loro una via alternativa. Vivranno tranquille, libere dal gioco del potere e dalla prepotenza maschile, dedite allo studio e al miglioramento di sé. Frida, una misteriosa signora sempre chiusa nella biblioteca della comunità, racconterà del volume L’età dell’oro. È uno scritto messianico, ormai perduto, che propone una società basata sull’uguaglianza, la solidarietà e l’aiuto reciproco.

Quale sarà il destino di Tilda? Il tipo di società raccontata nell’Età dell’oro sarà realizzabile? E cosa c’entra tutto questo con il re morto suicida?

Tilda e il ruolo delle donne

La storia raccontata nelle due parti dell’Età dell’oro vede una Tilda in continua tensione tra se stessa e il suo senso del dovere. La giovane erede, grazie anche a un disegno semplice nelle linee, ma caratterizzante, non è presentata come un’eroina. Non è presentata nemmeno come un maschiaccio, quel tipo di figura femminile che sembra tosta perché si comporta come un uomo. Tilda, con un cipiglio deciso e una chioma rossa, è semplicemente se stessa e terribilmente umana. Cerca di capire quale sia il suo ruolo, tra visioni magiche in cui si vede a cavallo, come una temibile guerriera, e il mistero del suicidio di suo padre.

Se nel primo volume della graphic novel Tilda sembra essere giovane e a tratti ingenua, anche se decisa, nel secondo, ambientato anni dopo il primo, la vediamo pronta a combattere per ciò in cui crede. All’inizio della storia, quando entra in contatto con la comunità di sole donne nel cuore più remoto della foresta, sembra dubitare del suo ruolo. Non è un’eroina, non vuole la gloria o il potere. Infatti, la vita placida della comunità, libera da canoni e aspettative, la tenta. Ma l’idea del libro L’età dell’oro, di una società diversa, la chiama a sé. Decide di intraprendere quella via: non può dimenticare chi realmente è. Scoprirà poi che il destino del libro è intrecciato a quello del padre, elemento che la renderà più consapevole e certa del suo compito.

Per tutta la narrazione, Tilda si caratterizza come un personaggio potente: si ritrova in lei la forza del combattente, il ruolo rigenerante della madre, la saggezza del leader, la compassione di chi sa amare, il senso di sacrificio di chi ha il potere sebbene non lo voglia.

Una realizzazione grafica curata

Il pregio dell’Età dell’oro sta soprattutto nella realizzazione delle illustrazioni e nell’accuratezza grafica. La trama a volte risulta sbrigativa. Le due parti di racconto, separate da un salto temporale di cinque anni, lasciano alcune questioni in sospeso che il lettore dovrà dare per assodate. La seconda parte sembra solo aggiungere qualche dettaglio alla prima, approfondendo poco i personaggi e la storia.

In compenso però, entrambi i volumi si rivelano una gioia dal punto di vista visivo. Il formato della graphic novel è piuttosto grande e Pedrosa ha potuto realizzare numerose tavole in cui perdersi nei dettagli. Spesso sono presentate su due pagine, in campo lungo. Nell’Età dell’oro l’ambientazione risulta importante quanto i personaggi e le vicende. Anche l’utilizzo del piano sequenza diventa caratterizzante. Infatti, in molte tavole, in un’unica grande illustrazione è possibile seguire tutta l’azione del personaggio. I campi lunghi e i piani sequenza permettono una lettura coinvolgente e un’immersione nell’ambientazione.

Un altro aspetto che colpisce l’occhio è il cromatismo. I colori non sono mai casuali: spesso si viene travolti dall’intensità di tavole quasi monocromatiche, realizzate con le sfumature di un solo colore.

Un racconto contemporaneo

L’età dell’oro è una graphic novel che racconta (anche) la contemporaneità. Sebbene l’ambientazione sia fantasy e dai richiami medievaleggianti, le tematiche trattate sono reali. Il personaggio di Tilda è sicuramente espressione della donna contemporanea, libera di essere se stessa. La comunità di donne, che cerca di vivere secondo nuovi ideali e senza l’imposizione di un certo approccio maschile, sembra riecheggiare gli intenti di alcune frange femministe.

La presenza della foresta, avvolgente e misteriosa, a volte sacra, riflette quel sentimento di ambientalismo ormai divenuto un valore per cui combattere. E lo stesso intento del libro perduto raccontato, L’età dell’oro, fa parte di quelle visioni utopistiche che rifiutano il mondo capitalista e neoliberale. Il messaggio di Pedrosa e Moreil sembra quindi piuttosto chiaro: scegliere una narrazione fantasy, distante solo nelle ambientazioni, ma non nella narrazione degli eventi.

L’età dell’oro si rivela una piacevole lettura, soprattutto per i temi affrontati e per la realizzazione grafica. Un po’ meno efficace la sceneggiatura, a volte troppo veloce o non chiara. Rimane comunque una graphic novel da leggere e di cui godere, soprattutto con gli occhi.

Illustrazione a cura di Caterina Cornale.