Walden o Vita nei boschi: la fuga nella Natura come cura del (e dal) mondo

Reading Time: 6 minutes

La Divulgatrice, quando non ne può più della vita frenetica che sperimenta alla Galleria Millon, fugge per una passeggiata. Se non la si trova dietro la sua scrivania sommersa da libri e scartoffie, sempre intenta a studiare nuovi concetti e nuove idee da proporre, il resto dello staff sa che molto probabilmente è andata a passeggiare nei boschi.

Per il tema del mese, Vie di fuga, ha pertanto deciso di parlare di un’opera a lei cara, che le ha permesso di raggiungere una nuova consapevolezza di sé. Walden o Vita nei boschidi Henry David Thoreau, cronaca della vita dell’autore durante due anni di vita isolata nei boschi del New England, rappresenta una piccola isola di felicità dove il diverso diventa possibile. Ritirarsi per vivere un’esistenza libera dal superfluo, in connessione con la natura e coerentemente con se stessi non è un atto di codardia. Anzi, è un gesto di provocazione a dimostrazione che un altro stile di vita è possibile, nella sua concretezza.

Chi era Thoreau

Henry David Thoreau nacque il 12 luglio 1887 a Concord, città del Massachusetts in cui morì nel 1862. Fu filosofo, scrittore e poeta. La sua eredità intellettuale è ancora attuale. Come si vedrà più avanti, dal movimento hippy degli anni Sessanta alla consapevolezza ecologista della generazione Z, Thoreau ha sempre rappresentato un pensiero su cui costruire una narrazione critica dello stile di vita capitalista.

Figlio di un fabbricante di matite, Thoreau studiò a Harvard laureandosi nel 1837. Si appassionò alla poesia greca e romana, alla filosofia orientale e anche alla botanica. Frequentò filosofi e pensatori e strinse una profonda amicizia con Ralph Waldo Emerson, massimo esponente del Trascendentalismo. Infatti non mostrò nessun interesse per le carriere tipiche intraprese dai suoi coevi (come il medico o l’avvocato). Fin da subito cercò di seguire la sua vocazione, senza aver paura di mettere in dubbio le aspettative della società a lui contemporanea. Nel 1838 fondò una scuola con il fratello John, a Concord. Applicarono all’insegnamento precetti progressisti, come le passeggiate nei boschi. Purtroppo nel 1842 John morì e la scuola chiuse quindi i battenti.

Per Thoreau, la ricerca di uno stile di vita più autentico, in connessione con la natura, fu primaria. Desiderava che l’uomo si liberasse del superfluo e diventasse capace di vivere con quello che bastava per soddisfare i bisogni primari, liberandosi dalle costruzioni e costrizioni del sogno americano che andava delineandosi. Rifiutò tutte le ingiustizie, come lo schiavismo, e formulò il concetto di disobbedienza civile che lo portò a scontare un periodo di prigionia.

La baia del lago Walden in cui si stabilì Thoreau, 1908.
Fonte: United States Library of Congress’s Prints and Photographs division.

Ricerca della coerenza di sé

Thoreau è noto al grande pubblico per due libri da lui scritti: Walden o Vita nei boschi e Disobbedienza civile. Questi racchiudono infatti i fondamenti della sua filosofia: il rapporto autentico con la natura e l’integrità della volontà umana. Si inserisce nella corrente che viene definita “Rinascimento americano”, di cui hanno fatto parte, tra gli altri, Emerson, Withman, Hawthorne e Melville. A differenza del loro pensiero, quello di Thoreau si traduce in coerenza e concretezza. Si discostò dal Trascendentalismo, corrente filosofica e poetica che prendeva le mosse dal pensiero kantiano e dal rapporto romantico con la natura. Si ispirava quindi all’Idealismo tedesco, da Goethe a Swedenborg, contrapponendosi all’Empirismo lockiano. Questo pensiero si identificava in ottimismo metafisico che vedeva principalmente gli aspetti positivi della natura. Thoreau rifiutò qualsiasi tipo di idealismo portandolo a discostarsi anche dal suo maestro, Emerson.

La sua opera andò comunque a organizzarsi attorno a tre punti centrali. Il primo è quello di dare importanza alla voce della natura, alle sue dinamiche e alla sua essenza. Thoreau quindi scrive per raccontarne la storia. Il secondo punto è che la scrittura è un atto vivo, non passivo, e che quindi va a concorrere nella definizione di ciò che si racconta. Infine, questo deve tradursi in una ricerca della realtà come esigenza. Scrivere diventa perciò un atto d’amore nei confronti del momento e cioè dell’immanenza.

Walden o Vita nei boschi: di cosa parla

Ci sarebbe d’aiuto condurre un’esistenza primitiva e di frontiera, pur se nel mezzo di una civilizzazione esteriore, se non altro per capire quali sono le vere necessità della vita e con quali metodi siano state soddisfatte.

Henry David Thoreau, Walden o Vita nei boschi, Rimini, Rusconi Libri, 2020, p. 12.

Walden o Vita nei boschi è un resoconto accurato e appassionato della vita ritirata che Thoreau sperimentò tra il 1845 e il 1847, nei boschi vicino a lago Walden nel New England. Il diario dettagliato della sua esperienza non si pone come guida per una vita migliore o più autentica. L’intento di Thoreau è più semplice, come spiega nell’introduzione: rispondere alle curiosità delle persone che continuamente chiedevano di conoscere i dettagli più disparati di questa esperienza.

Thoreau affittò un appezzamento di terra dall’amico Emerson e si costruì una capanna. Lì visse con l’essenziale: vestiti solo per coprirsi, utensili necessari alla sopravvivenza, cibo per il sostentamento. Nulla di più (o di meno) del necessario. Walden non è facilmente classificabile: è un diario, un saggio naturalistico, ma anche una riflessione filosofica e letteraria. Il libro raccoglie in sé i dettagli della vita quotidiana fatta di momenti, suoni, immagini, solitudine e introspezione. Allo stesso tempo regala al lettore argute e sagaci analisi sull’affannarsi umano nel raggiungere la realizzazione.

La fuga di Thoreau non è un rifiuto: è una sfida provocatoria e anticonformista alla società a lui contemporanea: «La mia impressione è che noi, abitanti del New England, viviamo così miseramente perché la nostra vista non riesce a penetrare la superficie delle cose. Crediamo che l’apparenza sia anche l’essenza». (ivi, p. 99.)

Replica della casa costruita da Thoreau in cui visse per due anni sulle sponde del lago Walden in New England. Fonte: britannica.com

Una provocazione all’America dell’Ottocento

Sebbene a una lettura superficiale Walden possa sembra un libro arrogante e snob, l’intento di Thoreau è esattamente l’opposto. Il suo messaggio non è una fuga dalla banalità della quotidianità, ma un’esortazione ad avere il coraggio di essere se stessi, coerentemente ai propri valori. I destinatari ideali di quest’opera non sono quindi tutte quelle persone soddisfatte dello status quo, anzi. Thoreau infatti si rivolge principalmente a chi è alla ricerca di una vita autentica e coerente con il proprio sé.

Walden o Vita nei boschi, quindi, non è altro che una grande provocazione. Thoreau cerca di mettere in dubbio ciò che nella società americana dell’Ottocento era dato per scontato, come la moda, il commercio, l’accumulo di capitale. La riflessione profonda che ne scaturisce si traduce infatti nel vivere una vita autentica per lui come individuo. La fuga nei boschi presso il lago di Walden è una dimostrazione che è possibile vivere da soli, coerenti ai propri valori, rifiutare categorie precostituite, trovando la propria dimensione a contatto diretto con la natura, madre primordiale. Ma tutto questo per Thoreau acquisisce senso solo se l’individuo sente questo bisogno come un’esigenza necessaria.

Dopo aver passato la mattinata ad arare, a leggere o a scrivere, di solito mi facevo un altro bagno nel lago, nuotando in una della sue insenature per togliermi di dosso la polvere del lavoro, o lisciavo l’ultima ruga prodotta dallo studio, e per il pomeriggio ero assolutamente libero.

ivi, p. 170.

Un tamburo per ognuno di noi

Walden o Vita nei boschi venne pubblicato per la prima volta nel 1854, dopo sette riscritture. Sono passati più di centocinquanta anni, eppure continua a rimanere un testo di riferimento per intellettuali, scrittori e lettori alla ricerca di qualcosa di più profondo del modello di vita occidentale a cui ormai siamo assuefatti.

Negli Stati Uniti, l’opera di Thoreau è sempre stata fondamentale. Precursore del movimento ecologista, dello stile di vita sostenibile, la sua filosofia fu fondamentale per figure del calibro di Martin Luther King. Fino a qualche anno fa in Italia non era molto conosciuto, ma da due anni a questa parte Walden e Disobbedienza civile stanno acquistando sempre più interesse.

Come se la fuga e la sperimentazione di una vita ritirata per alcuni di noi stiano veramente diventando un’esigenza. Se letto al momento giusto, questo romanzo lascia quasi in uno stato di grazia. Le parole di Thoreau non sono un’esplorazione di quello che potrebbe essere se l’uomo decidesse di vivere diversamente. Sono una dimostrazione concreta (immanente, per l’appunto) di un’alternativa. Pertanto la possibilità esiste: sta al singolo individuo provarci, rimanendo fedele a sé stesso.

Perché dovremmo avere una tale e disperata fretta di raggiungere il successo, e in imprese altrettanto disperate? Se un uomo non si sente al passo con i suoi compagni, forse è perché sente un tamburo diverso. Lasciatelo marciare al suono della musica che sente, non importa quale sia il suo ritmo o quanto sia lontana.

ivi, p. 327.

Illustrazioni a cura di Noemi D’Atri.