Sirene: il magazine nato dalle profondità marine

Sirene: il magazine nato dalle profondità marine

Reading Time: 4 minutes

Luglio è stato un mese intenso per la nostra Gallerista: non solo ha dovuto sbrigare le carte per l’assunzione della Guida, ma imbarcatasi a bordo dell’Argo, custodendo tra le mani una vecchia edizione del Vecchio e il mare, ha chiacchierato a lungo con Alberto e Floriana, i fondatori di Sirene, mentre attraversavano le Bocche di Bonifacio. 

Sirene è una rivista indipendente «di carta e di mare» stampata su carta Alga, la cui porosità al tatto ricorda il carbonato di calcio delle conchiglie erose dalla salsedine.
Sirene porta con sé una piacevole brezza marina, il mare e le storie che gelosamente custodisce, raccontate nelle cento pagine di cui ogni numero è composto.

Sirene non è solo una rivista trimestrale, bensì un progetto editoriale più articolato di cui fanno parte anche i Passaporti delle Isole, dei piccoli taccuini di viaggio, arricchiti da illustrazioni e mappe, che invitano il lettore ad addentrarsi nel cuore di alcune isole del Mediterraneo.

Come le omonime creature marine, Sirene ammalia i suoi lettori, li conduce in mondi dominati dall’acqua in cui possono immergersi in fondali marini animati da parole e fotografie di raro incanto.
Il mare di Sirene è sconfinato, inclusivo, imprevedibile e puro.

Il mare è l’ultima frontiera della solitudine. È insensibile; ma anche un riflesso di noi stessi […]. Il mare non ha colore di per sé. È solo un riflesso del fondo che c’è sotto e del cielo che sta sopra. Camaleontico. Per questo gli artisti, gli scrittori ne sono così affascinati.

V. Pigmei, Philip Hoare, «Sirene», I, 2015, n. 1, p. 33.

Il mare, con le sue infinite sfumature azzurre, custodisce tesori che, a volte, lascia sulla battigia, e tra questi tesori vi è Sirene. Come e quando è nato questo vostro progetto editoriale? Chi ne è al timone?

Sirene è nato cinque anni fa, nel 2015, anche se l’idea di un giornale dedicato al mare e a chi lo ama era nella mia mente [Alberto Coretti, N.d.R.] e in quella di Floriana Cavallo almeno da cinque anni prima. 

«Sirene», I, 2015, n. 1.

Le sirene, nella mitologia sia classica sia bretone, sono creature incomprensibili, affascinanti e, spesso, distruttive. A cosa è dovuta la scelta di questa figura come emblema della rivista?

Le Sirene sono una figura mitologica che pesca nel profondo di tutti noi, nell’evoluzione della nostra specie, nell’anello mancante tra l’Homo sapiens e gli altri primati; un anello mancante che alcuni hanno cercato in acqua trovandone molti indizi sul nostro corpo. Guardando le membrane fra le dita delle nostre mani, la nostra pelle glabra come quella di un delfino, i nostri piedi che assomigliano più a una pinna caudale che alle zampe di una scimmia, ogni tanto ci convinciamo che le vere Sirene siamo noi.

“Il mare fuori. Il mare dentro” è il vostro motto. Nel mese di luglio, noi abbiamo parlato del mare sotto vari aspetti, tra cui quello letterario e quello umano. Per voi cosa rappresenta?

Il mare, l’acqua fanno parte del nostro corpo, della nostra vita e del nostro pianeta. 
L’acqua del mare esercita un’attrazione verso l’acqua che c’è dentro di noi. 
È come se da quel richiamo dipenda parte della nostra felicità ed equilibrio come esseri umani.

La connessione con il mare si fa materia grazie alla tipologia di carta che usate: la carta Alga. Questa scelta si lega al tema oggetto della vostra rivista, ma è anche frutto di un interesse nei confronti di un’ecologia sostenibile? Volete fornire a noi della Galleria e ai nostri lettori alcune informazioni tecniche su questa carta?

La carta Shiro Alga è un brevetto della cartiera Favini, ogni mezzo chilo di farina d’alghe si risparmia un chilo di legno. 
La cellulosa usata proviene unicamente da piantagioni controllate e programmate ed è sbiancata con metodi ECF – Elemental Chlorine Free [l’ECF è un metodo di sbiancatura della carta che non prevede l’uso di cloro elementare, N.d.R.]. 
Gli stabilimenti di Favini sono certificati FSC (Forest Stewardship Council). 
Infine, le emissioni di anidride carbonica residue non evitabili vengono compensate finanziando un progetto in India per la produzione di energia tramite turbine eoliche. 
È una carta a impatto zero e al tatto rivela quella porosità e quella rugosità che tutti gli oggetti di mare devono avere.

«Sirene», I, 2015, n. 1.

Il mare può essere un tema vasto ma allo stesso tempo circoscritto. Quali sono le difficoltà in cui si può incappare realizzando una rivista incentrata su una sola tematica?

Ci è difficile pensare al mare come elemento circoscritto vivendo su un pianeta che si chiama Terra ma che per superfici occupate si dovrebbe chiamare Oceano. Premesso questo, con Sirene, esplorando il rapporto profondo tra acqua ed esseri umani, in questo viaggio ancora non abbiamo trovato confini.

Passaporti delle Isole è una collana figlia di Sirene. Nei primi cinque volumi – in formato passaporto – avete raccontato di Formentera, Caprera, Pantelleria, Koufonissi e Kastellorizo. Cosa vi ha spinto a lasciare il mare aperto e addentrarvi sulla terraferma?

Le isole sono proprio la negazione della terraferma
Sono quel tipo di terra in cui la linea d’orizzonte non s’interrompe mai. Sono il luogo dove noi esseri umani possiamo vivere al massimo la prossimità con il mare. 
Abbiamo sentito che le pagine dedicate al tema su Sirene non erano sufficienti, così abbiamo pensato di dedicare loro una collana ad hoc
Ogni Passaporto è un po’ atlante illustrato, un po’ portolano balneare, un po’ taccuino di viaggio.

Quale posto di mare custodite nel cuore? E con quale non avete affinità?

L’arcipelago della Maddalena è il luogo che ci ha reso quello che siamo e senza aver vissuto quella bellezza estrema difficilmente avremmo dato vita a un progetto come Sirene
I luoghi che soffriamo di più sono quelli dove viene negato l’orizzonte.

Anche i lettori meno assidui durante l’estate acquistano qualche libro da leggere sotto l’ombrellone. Avete alcuni consigli di letture a tema mare da poterci suggerire?

Un classico del fumetto come Una ballata del mare salato di Hugo Pratt nell’edizione anniversario, L’uomo delfino di Jacques Mayol e, infine, la graphic novel In Waves di AJ Dungo.

Rielaborazione grafica a cura di Martina Nenna.
Fotografie di Federico Brentaro.