Dante’s Box: quando Dante diventa un podcast

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Nel settecentesimo anniversario dantesco a Verona, città che ha ospitato il Sommo durante il suo esilio, non potevano mancare ricchi eventi. Visite guidate, una mostra interamente dedicatagli alla Galleria d’Arte Moderna, numerose interpretazioni teatrali e itineranti realizzate da attori scaligeri e tanto altro. La Gallerista è andata in trasferta ad assistere a tutti questi eventi, e durante tragitto in auto l’ha accompagnata un podcast dedicato proprio a Dante Alighieri: Dante’s Box.

Se Dante avesse seicento anni in meno, sarebbe un jukebox

Dante’s Box – voci e suoni dalla Divina Commedia è un progetto realizzato dall’amministrazione comunale veronese. È una sorta di jukebox, disponibile su Spotify e su Youtube, in cui venti attori di sette compagnie veronesi, diretti dal regista Fabrizio Arcuri, interpretano ventuno canti, sette per ogni cantica: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ne escono così ventuno puntate radiofoniche in pillole da quindici-venti minuti che ripercorrono l’opera dantesca in chiave moderna, complice la cura di un paesaggio sonoro suggestivo, curato dal compositore ed ex membro del Teatro degli Orrori, Giulio Ragno Favero. Dante’s Box coniuga e intreccia poesia e musica, collocandole in un’atmosfera contemporanea, avvicinando mondo e linguaggio dantesco a noi. Ad anticipare ogni canto, una piccola introduzione di artisti della scena nazionale tra cui Isabella Ragonese, Claudio Santamaria, Lino Guanciale, Filippo Nigro e Leo Gullotta. A introdurre il primo canto, per esempio, è proprio Filippo Nigro, con la voce recitante di Marco Morellini della compagnia Ippogrifo Produzioni. Lo scopo di Dante’s Box è quello di rendere accessibile il linguaggio e lo stile dantesco a chiunque, attraverso un canale semplice, innovativo e vicino al pubblico, come quello del podcast. La scelta dei canti non è stata casuale: non solo i più significativi ma anche quelli più approcciabili da un punto di vista musicale. La versatilità di Favero ha inoltre dato la possibilità ai ventuno canti di rivivere attraverso stili e influenze musicali diverse, adattandosi al contesto e al contenuto.

Dante's Box

Non solo Giulietta e Romeo: Dante e Cangrande della Scala

Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello
sarà la cortesia del gran Lombardo
che ‘n su la scala porta il santo uccello;
ch’in te avrà sì benigno riguardo
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che, tra li altri, è più tardo.

D. Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, canto XVII, vv 69-75, Milano, BUR Edizioni, 2007.

Dante Alighieri approda a Verona dopo l’esilio da Firenze e vi rimane circa sei anni. La città è culla della sua Divina Commedia, dal momento che qui scrive parte dell’opera. Dante rimarrà poi sempre legato alla città, tanto da dedicarle molti riferimenti e omaggiare nelle sue opere i suoi personaggi storici. Il legame con Verona dura ancora oggi: basti pensare che gli eredi di Dante tuttora vivono lì. L’esule Dante soggiorna a Verona, città liberale e ghibellina, ben due volte: agli inizi del Trecento, sotto Bartolomeo della Scala, e di nuovo tra il 1312 e il 1318, durante la signoria del fratello Cangrande. È proprio con quest’ultimo che nasce una forte amicizia, che legherà i due fino alla morte di Dante, nel 1321. Nel signore scaligero il poeta vede forse forza militare e nobiltà d’animo sufficienti per giovare alla stabilità politica di quell’Italia «non donna di province, ma bordello». (D. Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, canto VI, v. 78, Milano, BUR Edizioni, 2007.) O forse si tratta solo della solida amicizia tra un (probabile) Gemelli e un Pesci.

I luoghi di Dante a Verona

È possibile rivivere la storia del ghibellin fuggiasco quasi in ogni angolo di Verona. Nel chiostro del Duomo possiamo trovare una targa a lui dedicata, davanti alla chiesa di Sant’Elena; vi è poi Piazza dei Signori, chiamata anche Piazza Dante, proprio perché ospita la statua del Sommo poeta, che con sguardo corrucciato e pensante domina lo spazio circostante. Realizzata da Ugo Zannoni in marmo di Carrara, l’opera vanta un’altezza di ben tre metri.

Va infine ricordata la Biblioteca Capitolare, nonché la più antica del mondo ancora in attività. E, a poche settimane dalla consegna della cittadinanza veronese a Dante Alighieri, organizzare un tour nelle strade e nei luoghi che ha percorso, con Dante’s Box nelle orecchie, è un ottimo modo per sconfiggere la noia dell’estate e omaggiare il padre della lingua italiana.

Illustrazione a cura di Francesca Pisano.