Fantascienza italiana per nuovi esploratori del fantastico

Fantascienza italiana per nuovi esploratori del fantastico

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Se siete qui a leggere questo articolo sulla fantascienza italiana, probabilmente è perché siete incuriositi dal genere, ma ancora non avete mai letto nulla. Questo non sarà un compendio esaustivo (ci vorrebbe una piccola enciclopedia per quello), ma potrà essere un utile primo approccio per cominciare a orientarsi. Vedremo cosa significa leggere fantascienza e in particolare fantascienza italiana.

Se una volta terminata la lettura di questo articolo vi verrà voglia di approfondire ancora di più questo genere, posso considerare la mia missione compiuta. A fine articolo troverete un paio di indicazioni per cominciare la vostra esplorazione.

Perché leggere (e scrivere) fantascienza

La mia necessità di raccontare la fantascienza a chi ancora non la conosce nasce per il senso di meraviglia che suscita in me. La fantascienza come genere letterario è un’esplorazione delle possibilità future e mancate, dà forma al fantastico e lo rende tangibile. Allo stesso tempo, grazie alla sua analisi delle possibilità e all’esercizio di esplorazione, può fornire strumenti per approfondire le sfide del presente

Per esempio, senza entrare nello specifico della sua cosmologia, Asimov nel Sole nudo ha immaginato un pianeta, Solaria, in cui gli abitanti passano la loro esistenza in casa e comunicano tra loro solo tramite la tecnologia. Dopo questa pandemia non sembra poi tanto fantascienza, no?

Oppure Philip Dick, in E Jones creò il mondo, ha ipotizzato un futuro dove, durante la terza guerra mondiale, negli USA è stata costituita una sorta di polizia del relativismo. Nel momento in cui si esprimono verità troppo assolute, come può essere una verità scientifica, si è passabili di arresto. Così si va a creare una società in cui tutto è, per gioco di forza, vero. Questa dinamica, figlia della cultura liberale statunitense, non è poi tanto lontana dall’esasperazione del politically correct che a volte possiamo incontrare.

Questi due esempi, da due capostipiti del genere, permettono di capire quanto l’esplorazione fantascientifica ci potrebbe guidare nella scelta delle domande da porci. Questa necessità di indagine ed esplorazione delle possibilità ha però radici molto più profonde nella letteratura e anche in Italia si è declinata in modo specifico.

Canto 34 dell’Orlando Furioso – Astolfo va sulla luna –, edizione del 1565 curata da Francesco Franceschi.

Accenno alle origini della fantascienza italiana

La fantascienza come la conosciamo oggi nasce tra fine Ottocento e inizio Novecento negli Stati Uniti e in Inghilterra. Invece, la fantascienza come ricerca della meraviglia ed esplorazione ha le sue radici nel genere fantastico. In Italia il termine fantascienza fu coniato nel 1952 da Giorgio Monicelli per tradurre l’espressione inglese science fiction. Sempre nel 1952, Monicelli fu nominato primo direttore della collana Urania, edita da Mondadori. Non posso riassumere qui la storia e la fortuna di questa collana e dell’omonima rivista: dovrei dedicare più di un articolo per renderla in modo esaustivo. Urania è stato un primo propellente e ha praticamente definito gli standard della fantascienza italiana. Per prima ha portato in Italia i capolavori della fantascienza inglese e americana, precedentemente censurati dal regime fascista.

Questa però è solo la storia recente. Se consideriamo la ricerca della meraviglia, il contatto con qualcosa di altro e l’esplorazione del fantastico, la fantascienza italiana nasce molto prima del Secondo dopoguerra. Le utopie rinascimentali e i viaggi dell’immaginario sono riconducibili a un filone proto-fantascientifico. Entrambi racchiudono una ricerca del possibile, un’esplorazione della realtà che non si ferma a quello che si vede e vive nella quotidianità. In questo senso Il Milione (1298) di Marco Polo e La città del Sole (1692) di Tommaso Campanella possono essere considerati un primo embrione di letteratura fantascientifica.

La luna, lo spazio e il futuro

La fantascienza italiana si caratterizza per una vena satirica, umoristica e anche di critica sociale. Gli autori che hanno contribuito a dare vita a questo genere sono ovviamente molti. Eppure, ce ne sono alcuni particolarmente noti in altri generi che hanno scritto anche di fantascienza. Le loro opere in questo senso sono meno conosciute, forse perché la fantascienza è sempre stato un genere di nicchia o comunque amato dal pubblico ma un po’ meno dalla critica. In quest’ottica rientra il lavoro di Italo Calvino, autore eclettico che si è dedicato ai generi più disparati tra cui anche la drammaturgia (lo sapevate? Ve ne abbiamo parlato qui). Nelle Cosmicomiche Calvino, partendo da assunti e nozioni scientifiche, dà vita a dodici racconti surreali e umoristici, al limite del fantastico.

Dino Buzzati nel Grande ritratto racconta la vicenda di un supercomputer che sviluppa una coscienza umana. Sebastiano Vassalli, dopo essere diventato noto al grande pubblico per La chimera, si è dedicato anche alla fantascienza. Il suo romanzo più noto in questo senso è 3012. L’anno del profeta.

Un paio di indicazioni sul panorama attuale

Inizialmente, progettando questo articolo, avevo pensato di includere anche un elenco di libri fondamentali per la fantascienza italiana. Poi ho preferito non farlo. Personalmente non amo le liste compilate da altri. Quando mi approccio a un nuovo autore, genere o tema, mi piace sì ricevere consigli da chi ne sa più di me, ma anche essere libera di studiare quello che per me è nuovo. Fare ricerche per capire cosa potrebbe interessarmi nello specifico è fondamentale per sentire mia l’esperienza della lettura.

Ovviamente non c’è un modo giusto o sbagliato di leggere la fantascienza, dipende da cosa si cerca. Come ho scritto sopra, questo genere può essere declinato come utopia, esplorazione dello sconosciuto, viaggio dell’immaginario e tanto altro. Ognuno è libero di seguire ciò che lo ispira di più, senza chiudersi in schemi o regole che di fatto non esistono. La curiosità, l’esplorazione e il senso della meraviglia sono pilastri della narrazione fantascientifica: chi sono io per impedirvi di seguirli nella scoperta di questo genere?

Qualche punto di partenza da cui iniziare il vostro viaggio però ve lo lascio. Una visita al portale di fantascienza.com del Delos Network è un dovere. Consultandolo sarà possibile rimanere aggiornati sulle novità del mondo fantascientifico, letterario e non. Il blog ufficiale di Urania permette di seguire tutte le pubblicazioni della collana e l’evoluzione dei suoi premi letterari.

Zona42 è una casa editrice modenese con un catalogo molto curato, che dà voce a tanti autori e tante autrici del nostro Paese e anche a titoli esteri. Tra le sue opere, segnalo Ad Astra. Fantasia dell’avvenire di Antonio de’ Bersa. Una vera chicca di fine Ottocento, di cui trovate un approfondimento qui

Quello che non ho (ancora) detto

Il nostro viaggio, per ora, si conclude qui. Quanto scritto non è esaustivo ed è relativo alla mia esperienza di appassionata di fantascienza. Ho dovuto lasciare indietro molto, tra cui il ruolo delle donne, per non bombardarvi di informazioni. L’apparente non presenza delle donne è legata alla questione di genere, per questo ho preferito per ora ometterla. Meriterebbe un articolo tutto suo.

La letteratura in generale ci permette di comprendere il mondo che ci circonda e di dare un valore alle nostre esperienze e alla nostra storia. Allo stesso tempo, arricchisce da un punto di vista individuale e comunitario, e anche intrattiene. Leggere fantascienza significa non arrendersi a una realtà a volte percepita come bloccata, immutabile. La letteratura fantascientifica italiana può permettere a un lettore curioso anche di andare oltre ai canoni letterari del nostro Paese. L’esercizio del fantastico non è mai fine a se stesso. Parte da ciò che si conosce per arrivare a quello che (ancora) non si conosce. Solo una letteratura fantascientifica italiana potrà avvalorare ulteriormente un’interpretazione alternativa della realtà del nostro Paese. 

Vi invito perciò ad approcciarvi a questo genere con grande curiosità e meno pregiudizi possibili. Gli spunti da cogliere sono tanti e solo voi in prima persona saprete trovare quelli più adatti alla vostra voglia di comprendere. Buon viaggio esploratori del fantastico!

Illustrazioni a cura di Caterina Cornale