Tr3censioni di ottobre: tre libri magici

Tr3censioni di ottobre: tre libri magici

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Oggi la Critica d’arte è arrivata alla Galleria più trafelata del solito. Ci ha raccontato di aver fatto un sogno strambo; forse perché Halloween è alle porte e ottobre è il mese più magico dell’anno?
Nel suo sogno, ha viaggiato nello spazio e nel tempo: dalla Cina meridionale alla mitologica isola di Eea, passando per l’Inghilterra dell’Ottocento. In questo suo peregrinare, ha incontrato esseri fantastici, che l’hanno ammaliata, e creature leggendarie, che l’hanno intimorita.
Al suo risveglio, si è resa conto che il suo sogno era stato causato dai tre romanzi che in questi giorni tiene sul comodino:

  • Racconti fantastici di Su Tong;
  • Jonathan Strange e il signor Norrell di Susanna Clarke;
  • Circe di Madeline Miller.

Questo articolo è il primo della serie delle Tr3censioni: tre mini recensioni di libri che scalpitano e sbuffano, rinchiusi nelle trecento parole a loro dedicate. Aprite le loro gabbie e leggeteli: vi saranno grati di averli liberati, e voi avrete incontrato tre nuovi amici.

Dafei ha scelto: Racconti fantastici di Su Tong

Federico ha scelto: Racconti fantastici di Su Tong

Il rito non è concluso, disse il vecchio canuto. Dovresti farti mettere nella giara, e ogni abitante di Otto Pini dovrebbe darti una bastonata, moriresti sotto i colpi dei loro bastoni.

Su Tong, Racconti Fantastici, Roma, Elliott, 2018, p. 34.

Racconti fantastici è una raccolta di racconti pubblicati da Su Tong tra il 1989 e il 1999.
Nato nel 1963 a Suzhou, Su Tong è conosciuto al grande pubblico per La casa dell’oppio e Mogli e concubine, romanzo da cui è tratto il film Lanterne rosse di Zhang Yimou.
Affacciatosi alla scena letteraria cinese dalla prima metà degli anni Ottanta, «Su Tong ambienta spesso i suoi racconti in villaggi sperduti della Cina meridionale, ma nel suo caso si tratta di luoghi immaginari, rappresentati come zone arretrate e dimenticate dal mondo e dalla Storia, in cui regnano l’indifferenza, la crudeltà e la violenza.» (ivi, pp. 8-9.)

Gli otto racconti che compongono l’antologia sono popolati da creature magiche e soprannaturali – spiriti dei fiumi, immortali, neonati giganti, angeli e fantasmi –, che convivono con gli uomini e, in molti casi, ne influenzano la sorte.
Lo spirito di una giovane donna, che ogni giorno attende al di fuori dell’obitorio in via degli Aceri l’arrivo del postino, è il protagonista di Yingtao, Ciliegia; un racconto in cui la forza della compassione giunge dalla nostra dimensione all’aldilà.

Tuttavia, non tutte le creature di questi racconti sono benevole.
Nel Bambino gigante, una mostruosa zitella aizza, in cerca di vendetta, il proprio neonato enorme, dalla pelle scura, l’alito di aglio e tabacco e con quattro dita alla mano destra, contro gli abitanti del villaggio montano di Wangbao.

Il fantastico, che appare già nella letteratura cinese di epoca Han (206 a.C. – 220 d.C.), si fa oggigiorno allegoria della società contemporanea, incarnandone ogni pregio e difetto.

Jenny ha scelto: Jonathan Strange e il signor Norrell di Susanna Clarke

Jenny ha scelto: Jonathan Strange e il signor Norrell di Susanna Clarke

Il signor Segundus desiderava sapere, disse, perché i maghi moderni fossero incapaci di produrre la magia di cui scrivevano. In parole povere, si domandava, perché mai la magia in Inghilterra fosse scomparsa.

S. Clarke, Jonathan Strange e il signor Norrell, Milano, Longanesi, 2005.

Jonathan Strange e il signor Norrell, di Susanna Clarke, racconta il risveglio della magia in un’Inghilterra di inizio Ottocento, impegnata nelle guerre napoleoniche. In questa ucronia la magia è appannaggio solo di eruditi gentiluomini che ne considerano l’utilizzo pratico quasi un’aberrazione. Si limitano a discuterne nei loro salotti inglesi e a svolgere complicati studi teorici, rimpiangendo l’età aurea della magia, ovvero quella medievale. 

Però, gira voce che esista ancora un vero mago in tutta l’Inghilterra, e questo è il signor Norrell. Lunatico, conservatore e geloso dei propri segreti magici, grazie all’intercessione del mago teorico John Segundus, Norrell torna alla ribalta. Ma questo suo status di unico mago del paese non dura molto. Presto interverrà Jonathan Strange, potente mago autodidatta. Ambizioso e volubile, Strange inizialmente si approccia alla magia solo per conquistare la sua amata, divenendo poi allievo e concorrente dello stesso Norrell. Ma un oscuro segreto magico che piano piano li avvolge, inesorabile, porterà allievo e maestro sulle tracce dell’antico Re Corvo e del Popolo fatato. E con coraggio, e un grande aplomb inglese, cercheranno di sbrogliarne la matassa, ognuno a modo proprio. 

Susanna Clarke, al suo esordio con Jonathan Strange e il signor Norrell, riscosse subito un grande successo di pubblico e critica. Nel 2005 il romanzo fu insignito del Premio Hugo e nel 2015 ne fu tratta una miniserie targata BBC America. Il motivo del successo va ricercato soprattutto nello stile di Clarke e nell’ambientazione del romanzo. La gestazione le richiese circa dieci anni, tra il 1992 e il 2003. Unendo una buona dose di ironia, quasi austeniana, e precisi dettagli storici a leggende e folklore inglesi, ha restituito un’ucronica Inghilterra dal fascino sorprendentemente ottocentesco.

Amalia ha scelto: Circe di Madeline Miller

Di un mortale ho la voce, che io abbia tutto il resto.

M. Miller, Circe, Venezia, Sonzogno, 2019, p. 411.

Il mio amore per i miti greci è sconfinato – e anche a tratti patologico, perché se frequenti il liceo classico ne devi uscire per forza in questo stato.
Ho letto quasi tutto ciò che comprendeva una rivisitazione delle figure mitologiche con cui sono cresciuta e Madeline Miller è una delle autrici migliori per questo tipo di romanzo. Dopo il grande successo della Canzone di Achille, torna con la storia romanzata di una grande figura femminile, spesso criticata e messa a tacere: la maga Circe, la donna rancorosa e malvagia che trasforma gli uomini in maiali e che abbiamo imparato a conoscere solo tramite le parole dell’eroe Odisseo.

Ma chi era davvero Circe? Nata dal dio Elios e dalla ninfa Perseide, è una bambina timida, poco considerata dai ben più talentuosi parenti; ha una voce da umana, non è particolarmente bella, è il nulla. Diventerà solo in seguito la maga dell’isola di Eea e le esperienze che segnano la sua vita la faranno diventare una donna forte, indipendente, legata dai suoi poteri e dal suo cuore alla natura. Grazie al racconto in prima persona e alla scrittura della Miller, il lettore è quasi fisicamente immerso nella vita di Circe, ne assorbe il dolore e la frustrazione, fino all’ultima pagina. La rivisitazione del mito riscatta in toto la figura della maga più famosa del mondo, la erge a eroina della propria storia e aggiunge ombre a quei personaggi canonicamente positivi, come Odisseo.

Mi sono ritrovata le lacrime agli occhi più di una volta, durante la lettura: Circe è sola ma combatte, si aggrappa alla vita con le unghie e con i denti anche se non cerca di riprendersi quello che le è stato tolto, si prende tutto il resto: non è questo, forse, essere una donna?

Rielaborazioni grafiche a cura di Francesca Pisano.