Tr3censioni di dicembre: tre film per buoni e cattivi

Tr3censioni di dicembre: tre film per buoni e cattivi

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Con il Natale alle porte, in Galleria Millon è tempo di bilanci e la Critica d’arte sta spulciando una lunga lista di nomi. Chi più adatta di lei a separare i bravi e i virtuosi dai furbetti e dai monelli? Chi aprirà un bel pacco regalo sormontato da un fiocco dorato e chi invece si troverà di fronte un nero pezzo di carbone?

Di solito, la Critica d’arte ha pochi tentennamenti. Ha un sesto senso nello stabilire cosa è da elogiare e cosa è da stroncare. Eppure, ogni tanto anche il suo giudizio inappellabile trova pane per i suoi denti.

Stavolta ha scelto per noi tre film in cui vizi e virtù si mescolano, a suo parere, in modo inaspettato:

  • Emma. (2020),
  • Le follie dell’imperatore (2000),
  • Uncut Gems (2019).

Se in Emma. i vizi e le virtù si nascondono nel cuore della protagonista, tanto viziata quanto altruista, nelle Follie dell’imperatore sono equamente distribuiti nell’allegra compagine di personaggi indimenticabili. In Uncut Gems, invece, nessuno si salva – tutti sono meschini, brutti e spregevoli –, e allora la virtù va interamente cercata nell’abilità registica dei fratelli Safdie.

Amalia ha scelto: Emma.

Amalia ha scelto: Emma. 

Qual è il personaggio più viziato e allo stesso tempo più virtuoso della storia? La risposta, almeno per me, è Emma Woodhouse. Protagonista di uno dei romanzi più famosi di Jane Austen, che porta anche il suo nome, quest’anno l’abbiamo conosciuta sul grande schermo con il volto di Anya Taylor-Joy nel film Emma., diretto da Autumn de Wilde.

Per tutti quelli che non hanno letto il romanzo, la trama è molto semplice: la giovane Emma Woodhouse, gioiello del paese, cerca una nuova amica dopo il matrimonio della sua amata Miss Taylor. Prende sotto la sua ala la dolce Harriet, un’orfana dalle origini confuse, e decide di farne il suo “progetto Make-A-Wish”: la educa, le insegna le buone maniere e le dice chi frequentare, distruggendo la sua neonata storia sentimentale con un contadino. Quando Harriet si innamora perdutamente di Mr Knightley, cognato e vecchio amico di Emma, la vicenda comincia a complicarsi.

La pellicola del 2020 è una ventata d’aria fresca, perché Taylor-Joy mantiene intatti la giovinezza e il disincanto della Emma cartacea, ma la rende molto meno fastidiosa, attingendo da una lunga lista di forti personaggi femminili della letteratura inglese. I colori pastello della fotografia e il tocco da comedy inglese sono sicuramente il punto di forza di questa pellicola, che avrebbe potuto non aggiungere nulla al capolavoro letterario, ma che invece ha deciso di prendere una direzione ben precisa verso il pop chic – come Marie Antoinette, l’iconico film del 2006 di Sofia Coppola. I dialoghi sono spigliati, per nulla antiquati, eppure la credibilità dei personaggi resta intatta, così come lo sfondo storico.

Se odiate Emma Woodhouse, questo film è perfetto per voi: finirete per amarla, come amate quell’amica fastidiosa di cui però non potete fare assolutamente a meno, perché vi illumina le giornate grigie.

Sara ha scelto: Le follie dell’imperatore

Sara ha scelto: Le follie dell’imperatore 

Un avido imperatore trasformato per errore in un lama dalla sua assistente affamata di potere (sono forse la Gallerista e lo Stagista?). Un rocambolesco susseguirsi di avventure nel vasto panorama sudamericano, tra altissime cascate con massi appuntiti, perfidi scoiattoli, sosia della nonna brutta di Dracula e guardie tramutate in animali. Le follie dell’imperatore è un film d’animazione Disney prodotto da Mark Dindal nel 2000. Tra le fragorose risate che accompagnano inevitabilmente la sua visione, emerge piuttosto chiaramente la dicotomia vizi-virtù, ben rappresentata proprio dai quattro protagonisti.

Pensiamo a Kuzco, l’imperatore: viziato, egocentrico e pieno di sé, non ha pietà per nessuno; e così, per nessuna ragione vuole rinunciare alla costruzione di Kuzcotopia («oh yeah!»), un parco divertimenti acquatico, sulla cima della collina dove Pacha, l’allevatore di lama, vive con la sua famiglia. Quest’ultimo, invece, è un povero uomo, semplice e umile, la cui disarmante generosità, a lungo andare, incrina anche la corazza di insensibilità del viziato imperatore. 

Yzma e Kronk sono considerati gli antagonisti della storia. Ma chi ha visto il film fino alla fine (e chi non l’ha fatto!?) sa bene che questa è una generalizzazione troppo semplicistica. La perfida assistente di Kuzco, incorreggibile malefica, è disposta, senza la minima esitazione, anche ad avvelenare l’imperatore pur di soffiargli il posto. La sua sete di potere non si ferma davanti a nulla. Al contrario, Kronk è costantemente attanagliato dal rimorso. I suoi “mini me” angelico e diabolico compaiono spesso sulle sue spalle per aiutarlo a risolvere i dubbi che egli ha rispetto alle sue azioni. Questa malignità costantemente messa in questione lo rende un buono travestito da cattivo, un ragazzone dal cuore d’oro e dall’entusiasmo travolgente, probabilmente troppo benevolo anche per separarsi dalla spietata Yzma.

Virtuosi o no, sono loro a fare del film uno dei Classici Disney più amati, indimenticabili e indimenticati.

Marta ha scelto: Uncut Gems

Marta ha scelto: Uncut Gems 

Quelli della A24 non ne sbagliano una; e insieme a Netflix ci hanno consegnato un autentico gioiello: Uncut Gems (Diamanti grezzi), per la regia dei fratelli Safdie.

Questo film è un ottimo connubio di vizi e virtù, dove il vizio sta tutto nella natura del soggetto rappresentato e la virtù nell’abilità registica di questo formidabile duo.

Uncut Gems segue i piani azzardati di un meschino gioielliere newyorkese, magistralmente interpretato da un repellentissimo Adam Sandler. In Uncut Gems tutto è sordido: dalle gioiellerie e dai banchi dei pegni blindati ai concerti di The Weeknd, dai centri scommesse pieni di viscidi e criminali al parquet dove si allenano i Celtics di Kevin Garnett.

Il protagonista, Howard Ratner, è un bugiardo patologico, un fedifrago opportunista e un inguaribile malato di gioco d’azzardo. È circondato da una selva di uomini orribili – bruttissimi anche a livello estetico – che gli prestano denaro che puntualmente scompare in traffici loschi. Uncut Gems è una catena di prestiti, ma anche un trucco di magia, perché i soldi tanto contesi sono spariti da tempo, prima ancora dell’inizio del film. E Howard è solo un piccolo pidocchio che saltella avanti e indietro, rischiando di farsi schiacciare, lungo questa catena ricoperta di opali magiche e maledette.

La virtù sta nel ritmo serrato con cui i registi raccontano le vicissitudini di un uomo spregevole, immerso nel suo ambiente scintillante quanto opaco. Due ore e quindici minuti in cui movimenti inerziali si susseguono sullo schermo, e non c’è comunque modo di annoiarsi. Siamo di fronte a un momento intimo, impietoso e invasivo quanto una colonscopia. Ci stiamo addentrando nelle profondità dannate della struttura cristallina di una pietra preziosa. Stiamo guardando morbosamente dentro il foro lasciato da un proiettile. Questo fanno i Safdie Brothers, con il loro film: ci ricordano che la corruzione risiede ovunque, specialmente nel denaro, nella violenza e nella più squallida delle creature umane.

Rielaborazione grafiche a cura di Martina Nenna.