Return di Corinna Corti: a volte ritornano (più carichi di prima)

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Se avete una buona memoria e seguite la Galleria dai suoi albori, ricorderete la recensione di Escape (e magari l’avrete anche letto). Mi riferisco al primo romanzo edito da Over the Rainbow, che vi abbiamo presentato nella settimana del Pride, alla fine del nostro primo mese di vita. Ecco, vi farà piacere sapere che il mese scorso è uscito Return, il tanto atteso sequel (tanto atteso, sì, perché il finale di Escape è sospeso almeno quanto quello di I fidanzati dell’inverno).

Se invece siete arrivati dopo e non avete recuperato tutti gli articoli passati, partiamo dall’inizio.

Escape: breve sintesi non esaustiva

Non esaustiva, quindi non fate affidamento su queste poche righe e leggete il libro. Ma giusto per darvi qualche idea: giovani rampolli, poteri magici, due fazioni. No, non parliamo della saga del famoso maghetto occhialuto che sfida un cattivone senza naso, ma anche nel primo romanzo di Corinna Corti troviamo una società ben schierata. La classe nobiliare inglese è infatti divisa in due fazioni: la Rosa Rossa, capitanata da Lord Benjamin Bucket, e la Rosa Bianca, il cui leader è Lord Chamberlain. Fin qui tutto semplice: le due Rose sono acerrime nemiche e cercano in tutti i modi di farsi fuori a vicenda.

Come potrete prevedere, non saranno certo i Lord a sfidarsi a singolar tenzone. E infatti la patata bollente viene lanciata ai due giovani rampolli: Dean Wright, la cui famiglia sostiene la fazione Rossa, ed Ethan Blake, ingaggiato dalla Rosa Bianca. I due ragazzi, protagonisti di questo urban fantasy, hanno ricevuto l’ordine di spiarsi a vicenda. Ma dimenticatevi gli spionaggi con occhiali scuri, improbabili costumi di scena o quotidiani ben aperti davanti alla faccia: alla St. Patrick, la straordinaria scuola che Ethan e Dean frequentano, si studia la psicocinesi.

Il romanzo ci porta quindi nei meandri delle menti dei due protagonisti, nei loro corpi, nelle viscere e negli angolini più nascosti delle loro anime, nel fiume irrequieto delle loro emozioni e dei loro sentimenti più autentici e segreti. E quale sentimento è più intimo dell’odio e dell’amore? Sì, amore, perché la collana Over the Rainbow, costola del marchio editoriale PubMe, pubblica romanzi a tema LGBTQIA+ (ve li ricordate? Abbiamo fatto anche una diretta Instagram con loro).

Return: aspettative esaudite?

A ben ricordare la precedente recensione, erano stati espressi dei desideri, erano state fatte delle previsioni. Il sequel di Escape, come immaginavamo, è arrivato. Ma le aspettative che avevamo costruito su questo nuovo romanzo sono state esaudite? Ci eravamo espressi in particolar modo sulla necessità di conoscere meglio due personaggi definiti “secondari”, ma indubbiamente cruciali per lo sviluppo della vicenda: Lady Electra Von Thyssen e Lord Benjamin.

La zia di Dean in questo nuovo volume acquista rotondità. Non la vediamo spessissimo, ma veniamo a conoscenza dei suoi segreti (noi,  ma anche suo nipote). Volevamo saperne di più e ne abbiamo scoperto di più, tanto che – lo ammettiamo – ci è scappato un «Lo sapevo che c’era qualcosa sotto, che era un personaggio molto più importante di così!». Le sue verità vengono rivelate pian piano; l’autrice dissemina saggiamente degli indizi che alimentano la nostra curiosità e – sarà perché Lady Electra ci è piaciuta fin dall’inizio – ci fanno proseguire con avidità nella lettura: vogliamo sapere.

Lord Benjamin già nel primo volume si presentava come una figura enigmatica. Si sente che c’è, ma non appare mai in maniera diretta. Cosa vogliamo, è fatto così! Questo resta vero anche per buona parte di Return: la sua presenza si sente forse più forte di prima, ma resta “nascosto” per quasi tutto il romanzo. Quasi, perché… Beh, non saremo noi a dirvelo!

«Nel vederlo arrivare, Lord Benjamin lo aveva fatto accomodare, lo aveva squadrato ben benino, e al posto che freddarlo all’istante come si conviene in simili situazioni, aveva esordito dicendo: «Raccontami come è andata, Dean Wright. Sono curioso.»
Lord Benjamin Bucket curioso.
Poco era mancato che Dean avesse un infarto per lo shock.»

C. Corti, Return, Over the Rainbow, 2022

Aspettative esaudite e anche superate! Il desiderio di conoscere meglio Lady Electra e Bucket è stato infatti saziato, ma Corinna Corti ha voluto aggiungere anche il dessert. Ad accompagnare le peripezie di Dean c’è tutta una sfilza di altri personaggi. Alcuni arrivano direttamente dal primo volume, altri vengono introdotti ex novo: si forma una squadra di caratteri ben delineati e, in alcuni tratti, sorprendenti. Per niente piatti, alcuni di essi portano avanti la trama in sordina: man mano che ci avviciniamo al climax finale gli intrecci si sbrogliano e i loro segreti vengono a galla.

Ma i due protagonisti?

Di ritrovi e mancanze

Attenzione: la prima riga contiene uno spoiler sul finale di Escape.

Avevamo lasciato Ethan e Dean in fuga dalla St. Patrick. Li ritroviamo qui subito dopo, mentre si godono la loro fuitina amorosa. Ma, come il barattolo di crema al pistacchio, questo dolcissimo momento dura poco. Dean si sveglia e… puff! Il suo Psyche è sparito, e con lui anche Blake. Dalla cucina si sparge un aroma di caffè, ma l’amaro in bocca arriva a Dean senza berlo, quando invece del suo amante ai fornelli trova Lord Chamberlain. Dopo aver rifiutato l’invito a unirsi alla Rosa Bianca, Wright scappa dalla sua fazione. Ma il tanto cordiale Lord Benjamin prima si impadronisce della sua mente e dei suoi ricordi e poi lo confina in uno stabilimento squallido affinché venga addestrato a ricreare la kinesis dello specchio con cui, poco tempo prima, era romanticamente riuscito a fuggire dalla scuola. Più facile a dirsi che a farsi (anche se di solito è il contrario): senza il suo Psyche le sue abilità di psicocinesi sono tornate a un livello elementare.

Dall’apertura di Return alla sua conclusione, la narrazione è sapientemente costruita sul punto di vista di Dean. L’effetto è inevitabile: nonostante l’uso della terza persona, ci sembra di vivere in simbiosi con il personaggio. È un po’ come trovarsi a seguire passo passo le mosse di un amico: le sue emozioni sono anche le nostre. E quindi quando si sente all’oscuro di tutto lo siamo anche noi; quando involontariamente combina dei guai, ci rattristiamo anche noi; quando si sente solo e non sa di chi fidarsi, vorremmo dirgli che noi siamo lì a sostenerlo. Dean resta un personaggio affascinante e terribilmente adorabile, che in questo volume mostra le sue fragilità, ma anche una forza inaspettata.

«Incontrare Blake ti fa bene» affermò d’improvviso Martin abbassando lo sguardo e la voce in contemporanea. «Ti… accende.»
Lo so, avrebbe voluto rispondere Dean. Ma non si fidava di Martin. Non si fidava di nessuno, ormai […]

C. Corti, Return, Over the Rainbow, 2022

La sua nemesi, Ethan, è un po’ la versione soft del “bello e dannato”. Lo vediamo attraverso gli occhi di Dean, quindi lo amiamo per forza. Ma rimane latente qualcosa di misterioso in lui, un aspetto che ci tiene sempre sul chi va là. Il suo amore è grandissimo e non ha paura a manifestarlo. Sembra non avere paura mai, lui. E allora buttiamo lì una nuova aspettativa: uno spin-off raccontato dal punto di vista di Ethan ce lo scrivi, cara Corinna? Così magari riusciamo ad affezionarci anche a lui! Perdendolo di vista in diverse parti del romanzo, si sente quasi l’esigenza di tenere in mano uno di quei libri che si leggono in due versi: da un lato si leggono le vicende di un personaggio; dall’altro, è un secondo personaggio a raccontarle. Cosa fa Ethan mentre Dean passa le ore con Lady Stone nel disperato tentativo di riaccordare la sua Armonia con un particolare Diapason solo per accontentare Bucket e salvarsi la pelle? Cosa fa mentre la sua nemesi tenta di recuperare la kinesis che li ha fatti fuggire dalla scuola? Mentre cerca di incastrare tutti i frammenti di verità che vengono a galla? Di proteggere la sua mente da Lord Bucket? Non possiamo fare a meno di chiedercelo.

Blake e Wright nel corso del romanzo si danno la caccia, si trovano, si perdono. Ovviamente sempre nell’ottica della guerra delle due Rose. Il sentimento che li lega deve fare i conti con dinamiche ben più complesse: lo scontro è in atto, non ci si può fermare. Ma mentre il favorito di Chamberlain è stato sapientemente addestrato, le giovani reclute della Rosa Rossa sembrano un manipolo di ragazzini capricciosi e litigiosi, preoccupati più a risolvere presunte faide amorose che le questioni davvero importanti. La battaglia sembra impari, ma improvvisamente entra in gioco un potente strumento che potrebbe cambiarne le sorti: il Risuonatore. Chi avrà la meglio? Ce la faranno Dean e Blake a ritrovarsi e tenersi stretti, una buona volta?

Tre motivi per leggere Return?

Partiamo dalla ragione più semplice: perché Escape non vi basterà. Come non si può leggere Return senza aver letto Escape, così non si può leggere Escape senza volersi lanciare subito su Return. La storia non si esaurisce nel primo volume, ma se anche foste amanti dei finali aperti non potreste fare a meno di desiderarne di più. Per noi, come sapete, questo desiderio riguardava alcuni personaggi, ma alcuni di voi potranno voler sapere come si conclude la guerra tra le due Rose, qual è la posizione di Electra, chi sono i buoni… L’elenco potrebbe essere infinito.

Dovete poi leggere Return perché rispetto a Escape ha addirittura una marcia in più. La trama si fa più fitta e i personaggi più complessi, e la sapiente penna di Corinna Corti riesce a gestire tutto questo con semplicità. Che non è banalità, ma quella sottile capacità di dire le cose bene senza esagerare; di intrecciare i fili della trama in modo convincente senza strafare. Lo stile è lineare ed efficace, e questo permette di saziare più in fretta la nostra fame di lettura. Return, come anche il suo predecessore, si legge tutto d’un fiato.

Si legge tutto d’un fiato fin quasi a perderlo. Niente spoiler, ma si arriva a un punto del romanzo in cui il respiro si arresta. Noi vi invitiamo caldamente a chiudere un attimo il libro e bervi un bicchiere d’acqua, ma sappiamo che non riuscirete a staccare gli occhi dalle pagine. Speriamo ve la caviate bene con l’apnea! Magari allenatevi per qualche giorno prima di prendere in mano il libro. Il respiro è sopravvalutato, quando si tratta di colpi di scena letterari. E quindi chapeau all’autrice per la sua capacità di tenerci sulle spine con così grande maestria!

Serve aggiungere altro?