END. Elisabeth: una graphic novel in sospeso

END. Elisabeth: una graphic novel in sospeso

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Un collegio gestito da fosche monache. Una ragazzina prigioniera in un limbo popolato da animali chimerici. Un mistero da risolvere, anzi più di uno.

Questi sono gli ingredienti che compongono la miscela di una storia sull’oltretomba che fatica a venire alla luce. Ma procediamo per gradi.

Il titolo della graphic novel è END. Elisabeth vol. 1, le autrici sono Anna Merli e Barbara Canepa, la casa editrice che l’ha portata in Italia è BAO Publishing. L’anno di pubblicazione? Il 2014.

Ma c’è un problema: chi, come me, è rimasto incantato dalle atmosfere gotiche delle splendide tavole di END attende da anni il finale della storia.
Prima di tutto, però, parliamo della trama!

Una graphic novel decisamente ben fatta

L’oggetto che vi trovate fra le mani è stupendo, i disegni sono esteticamente molto belli, la qualità grafica e la resa dei colori sono superlative, benché piuttosto semplici nell’insieme. La figura spettrale di Elisabeth ci fissa da un trono contornato da gigli, calle e crisantemi bianchi, con uno dei suoi animali chimerici in grembo. I caratteri elaborati del titolo spiccano sulla composizione.

E il contenuto regge perfettamente il confronto con la copertina.
Sfogliando la graphic novel, si capisce subito che la storia è ambientata in un’epoca vittoriana vagamente glam: le atmosfere cupe e cimiteriali tipiche del genere coesistono con i look di alcuni personaggi femminili, che portano capelli corti e gonne alle ginocchia; le quote rosa, qui, non hanno problemi a farsi valere. In un mondo al femminile, l’unico personaggio di sesso maschile che compare è il prete che officia il funerale della protagonista

Ed è proprio con questa scena che si apre la storia. Elisabeth guarda impotente la sorella Dorothea e la migliore amica Nora che, insieme alle suore e alle compagne di collegio, assistono al calo della sua bara nella fossa.
Ma come è morta Elisabeth? Dove si trova il suo spirito? Coloro che dichiarano di soffrire per la sua dipartita piangono lacrime sincere?

La storia di Elisabeth

Questo primo volume risponde alla seconda domanda rivelandoci che la protagonista, tredicenne dotata di una nefasta capacità, passa le sue giornate in una meravigliosa serra. Con lei sotto questa campana di vetro abitano passerotti e pesciolini, oltre ai suoi tre migliori amici: Ulysses il pipistrello-gallina, Napoleone il gatto-serpente corallo e Leonardo il rospo-ragno che la spronano a fuggire la tristezza della sua condizione. 

Elisabeth decide di sfruttare il crepuscolo, momento del giorno in cui i confini tra vivi e morti si fanno più labili, per tornare brevemente nel mondo che è stata costretta a lasciare, e cercare aiuto. L’apertura del portale tra il mondo di qua e quello di là esige, all’insaputa di Elisabeth, il sacrificio di una vita innocente. Inoltre è meglio che le efemere – le ondeggianti creature fantasmagoriche sue custodi – non scoprano le vere intenzioni che la animano. La ragazzina decide infatti di sfruttare questa possibilità per comunicare con l’amata sorella, ma una grossa delusione la aspetta…

A parte gli animali mutanti e le atmosfere deliziosamente gotiche, quali sono gli elementi narrativi che legano il tutto? Il segreto e il dubbio.
Ciò che si legge nei fumetti che escono dalla bocca dei personaggi non è mai la verità. Ognuno di loro scuce soltanto informazioni incomplete che aprono la strada a nuovi misteri, senza mai rispondere alle domande che Elisabeth e il lettore che l’accompagna si pongono. Così prende vita un gioco di matrioske: quella che, a prima vista, pare una risposta racchiude in realtà un nuovo punto interrogativo che ci spinge a volerne sapere di più.

Giusto un paio di pecche

Se volessimo trovare a tutti i costi una pecca formale nella storia di END, il pensiero andrebbe automaticamente ai dialoghi. La scelta delle espressioni risulta a volte pretenziosa e poco fluida, soprattutto quando a parlare sono le allieve tredicenni del collegio. L’intenzione è di mimare le conversazioni delle aristocratiche vittoriane, ma il risultato può essere fastidioso, e non solo per i più pignoli.

È piovuto nei giorni precedenti?
Allora «il terreno è pura fanghiglia. Maledizione all’ultima pioggia!»
Oppure, il bosco notturno mette paura? «Sono solo le ombre della notte. Non c’è nessuno a quest’ora, in questa landa desolata.»
Ma guardiamo il lato positivo: «Almeno, sotto questo immenso ombrello frondoso, la pioggia non ci bagnerà!»

A. Merli, B. Canepa, END. Elisabeth vol. I, Milano, BAO Publishing, 2014, pp. 29-30.

L’andamento della trama, di fatto, ne risente, mentre l’intreccio, che rimane efficace, godrebbe di una marcia in più se venissero calibrate le interazioni verbali tra i personaggi, per lo meno quelli più giovani. Le scelte lessicali rimangono assolutamente trascurabili se paragonate al desiderio di vederci più chiaro, in questo peculiare mondo oltretombale.
Il vero problema è un altro.

Il limbo invisibile che tiene prigionieri i successivi volumi

END, a quanto pare, fatica a uscire dal suo limbo, proprio come Elisabeth dalla serra – che può essere interpretata come un’allegoria della crisalide – che racchiude la sua persona. Come già detto, BAO ha pubblicato questa graphic novel nel 2014, ma le sue peripezie cominciano in Francia.

Il progetto nasce dalla collaborazione di Barbara Canepa con la casa editrice francese Soleil Éditions, per la quale dirige la collana di fumetti Métamorphoses. Da anni pare che il lavoro sui volumi di questa trilogia prosegua lentamente, senza trovare una conclusione. Al momento, la BAO Publishing sta aspettando il secondo volume dalla casa editrice francese e suggerisce di tenere d’occhio i propri canali social per rimanere aggiornati sulle prossime pubblicazioni. La quota di pubblico che END ha conquistato non è banale e la popolarità di cui gode, soprattutto in Francia, permette di continuare ad attendere in relativa tranquillità. Un secondo volume è assolutamente necessario e al più presto: nessuno ci tiene a lasciar cadere questa storia tenebrosa nell’oltretomba.

Rielaborazione grafica a cura di Caterina Cornale.