Tr3censioni oniriche: graphic novel da sogno

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La nostra Critica d’arte è un personaggio bizzarro: spesso capita di trovarla seduta alla sua scrivania mentre fissa il vuoto, ma non sappiamo se cada in una qualche sorta di trance. Ciò che è certo è che ci troviamo di fronte a una gran sognatrice e, dato che il tema di questo mese è Sogno, è arrivata in Galleria con alcune graphic novel oniriche, firmate da importanti fumettisti contemporanei e pubblicate da BAO Publishing:

  • Night Bus di Zuo Ma;
  • Alice di sogno in sogno di Giulio Macaione e Giulia Adragna;
  • Va tutto bene di Alberto Madrigal.

Night Bus, graphic novel cinese, racconta di un bizzarro viaggio compiuto da una ragazza dai capelli corvini a bordo di un autobus notturno; un viaggio all’apparenza privo di logica.
In Alice di sogno in sogno, invece, misteri e incomprensioni contraddistinguono le vicende di Alice, che sa entrare nei sogni di chi le dorme accanto.
Mentre Va tutto bene è incentrato sulla storia di Sara, una ragazza che ha un’infinità di idee e progetti che però non porta mai a termine.

Federico ha scelto: Night Bus

“Bao” (宝) in cinese significa “tesoro”, ma è anche il nome della collana firmata BAO Publishing interamente dedicata ai fumetti e alle graphic novel provenienti dalla Cina. Dei tesori, per l’appunto, magari di giada – minerale simbolo della produzione artistica cinese –, tra i quali spicca Night Bus di Zuo Ma.

Pubblicata in Italia nel 2018, questa graphic novel si presenta come un viaggio onirico di una giovane ragazza a bordo di un autobus notturno, che è stata costretta a prendere per rincasare dopo aver perso l’ultimo treno. Ed è proprio a bordo di questo mezzo che la ragazza – di cui non conosciamo il nome – si trova a vivere un sogno a occhi aperti, fino a giungere al finale, che permette di porre al posto giusto ogni tassello della storia.

Il confine tra realtà e finzione è così labile che spesso la lettura si fa frammentaria e risulta, in alcuni casi, difficile da seguire. Tuttavia, questa scelta effettuata da Zuo Ma non è casuale, ma rappresenta appieno la condizione – che si scopre solo nel finale – in cui la protagonista si trova. E alla luce di ciò, alla fine, tutto acquisisce un senso.

Lo stile di disegno, in modo particolare quello degli esseri umani, ricorda per le posizioni assunte dalle diverse figure e per gli abiti da loro indossati i manifesti di propaganda comunista, uno degli strumenti di comunicazione di massa adottati in Epoca maoista.
Il sogno di Night Bus, privo di colori, solo in bianco e nero, è popolato da personaggi stravaganti degni di quei sogni che al risveglio lasciano un senso di straniamento.

Donatella ha scelto: Alice di sogno in sogno 

Dormire accanto a qualcuno è un’esperienza intima, spesso fastidiosa: dobbiamo fare i conti con quelli che scalciano, che russano, che borbottano nel sonno. Immaginate essere disturbati nientemeno che dai sogni altrui! Lo sa bene Alice, la protagonista della graphic novel Alice di sogno in sogno di Giulio Macaione e Giulia Adragna.

Il suo potere è quello di entrare nei sogni di chi le dorme accanto e questo comporta lunghe notti insonni e molti sotterfugi per mantenere il segreto. In realtà, una persona che conosce le sue capacità c’è, ed è il suo migliore amico, Jamie.
Alla fine, il potere che Alice ha sempre considerato una maledizione si rivelerà essere proprio l’arma segreta per aiutare il ragazzo.

Giulio Macaione ha confezionato la perfetta versione 2.0 di Alice nel Paese delle Meraviglie, con meno meraviglie e più scenari immaginifici, spesso oscuri… da incubo, appunto. La sensazione è quella di guardare un film d’animazione: la storia d’impronta adolescenziale, le illustrazioni di Macaione e i colori di Adragna aiutano il lettore a entrare nel mondo di Alice attraverso la tana del Bianconiglio in un classico racconto di formazione. Il punto debole della storia è proprio la sua semplicità (ma non banalità); il suo scopo è quello di insegnare ad accettare sé stessi attraverso tre adolescenti molto diversi tra loro. Purtroppo, il finale risulta veloce e abbozzato, ma non rovina la lettura della graphic novel. 

Francesco e Giulia hanno scelto: Va tutto bene

Ci sono sogni che non vale la pena realizzare? È la domanda attorno a cui ruota Va tutto bene (2015), la graphic novel di Alberto Madrigal. Nella cornice di una Berlino quasi protagonista della storia, quattro amici affrontano – ciascuno a modo proprio – il difficile passaggio alla vita adulta. Nel pieno di quella che qualcuno chiama crisi del quarto di secolo, Sara e i suoi amici vivono a cavallo tra due poli apparentemente opposti: da un lato, le aspettative di una società che li vorrebbe relegare a una vita “normale”; dall’altro, gli ultimi slanci adolescenziali li spronano a cercare un futuro diverso.

Tuttavia, la verità è che la polarizzazione sogno-realtà è spesso un’illusione a cui accettiamo di credere per tollerare le responsabilità dell’età adulta. Allora può succedere che qualcuno, come Daniel, non abbia sogni folli, bensì il solo desiderio di un lavoro sicuro, una famiglia. Oppure, come Sara, c’è chi non ha un solo sogno, ma molti e diversi, e tuttavia non per questo meno validi.

Ciò che Va tutto bene mette in discussione è la narrazione collettiva del Sogno, il grande mito di un’aspirazione di vita che possa svelare un talento nascosto. Quello di sogno, invece, è un concetto più ampio e modellabile, tanto da diventare merce: «Ormai non si vendono più oggetti, si vendono esperienze.» (A. Madrigal, Va tutto bene, Milano, Bao Publishing, 2015, p. 29.) Parafrasando, possiamo dire che siano in effetti i sogni a essere uno dei prodotti più in voga nella società attuale.

Madrigal usa un tratto morbido e veloce per mantenere un tono leggero, pur toccando tematiche complesse e mai banali. I dialoghi, sempre di poche battute, lasciano spesso spazio a grandi silenzi di riflessione. Possiamo trovare il senso ultimo della graphic novel nella sua conclusione: «A volte siamo così occupati a scansare la merda da non renderci conto che la vita è piena di opportunità.» (ivi, p. 124.) O forse, la vita è piena di sogni, ma non sempre siamo pronti a vederli.

Illustrazioni a cura di Caterina Cornale.