Intervista illustrata: Fabio Bove

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Biografia

Sono Fabio, un ragazzo di 26 anni che non sa stare fermo.

Ho sempre provato a cercare nuovi stimoli ed avventure, la pittura ed il disegno sono alcuni degli strumenti che più utilizzo in questa ricerca.

Da poco ho trovato lo stile che mi permette di comunicare quello che sento, semplice e carente sotto molti punti di vista, sono d’altronde un autodidatta, ma credo e spero tutti possano capirmi.

Qual è il tuo animale totem?

Qualche anno fa ho incrociato una volpe nella fitta vegetazione della Pietra di Bismantova. Per qualche minuto entrambi ci siamo fermati e osservati a vicenda. Sembrava di essere seduto a parlare con un buon amico, anche se nessuno, ovviamente, ha detto una parola.

Se dovessi vincere alla lotteria, come spenderesti i tuoi soldi?

Credo semplicemente che passerei la vita in viaggio e proverei a migliorare la qualità della vita nei luoghi che mi hanno segnato.

Qual è il primo ricordo legato all’infanzia che ti viene in mente?

Da piccolo adoravo i racconti sulla vita in campagna. Il cantastorie come sempre era mia nonna. Passava forte il messaggio di quanto amasse e odiasse la vita nei campi, che le aveva tolto la possibilità di studiare. Fra tutti i ricordi quello di mia nonna che porta l’acqua a chi lavora la vite è decisamente il più forte.

Qual è la tua più grande paura?

Distruggere al posto di creare, forzare la mano in situazioni di vita quotidiana oppure nella realizzazione di un disegno o dipinto – trasformare la spontaneità in qualcosa di calcolato. 

Cosa ti ha spinto a diventare un illustratore?

Sono sempre stato affascinato dal concetto di arte povera e semplice, compresa da tutti senza bisogno di particolari conoscenze o pretese. Mi affascina l’idea di suscitare emozioni e sensazioni nell’osservatore, vorrei poter trasmettere quello che provo quando dipingo.